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Zingaretti: ‘Ecco i punti per rigenerare il PD’

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Nicola Zingaretti


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Articolo del Presidente della Regione Lazio su Il Foglio

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa della Regione Lazio.

Scrive Zingaretti in un lungo articolo su Il Foglio di oggi, 20 marzo:

È del tutto evidente  che il nostro posto è all’opposizione; anche se non dobbiamo smettere neppure un momento di fare politica.

Occorre per questo battagliare senza cedimenti sui contenuti e sui valori con le forze politiche che hanno vinto e che hanno il dovere di proporre una soluzione per il governo dell’Italia; e allo stesso tempo, avere coscienza che l’elettorato che si è spostato sui vincitori è in grande parte un nostro elettorato che progressivamente dobbiamo saper riconquistare e con il quale dobbiamo instaurare un dialogo.

La lettura dei flussi, positivi per noi, sulla vittoria nel Lazio è in questo emblematica.
C’è certamente una specifica responsabilità nostra; della sinistra italiana. Il PD è stato un grande tentativo di innovazione. La sua ambizione iniziale fu quella di adeguare non solo i programmi, ma le forme politiche, i rapporti dei cittadini con le istituzioni e la democrazia.

Oggi, possiamo dire che nel corso degli anni questa ambizione si è affievolita fino quasi a spegnersi. È prevalso l’assillo, pure comprensibile, per il governo. A tutti i livelli.

Se dovessi dire, dunque, non i programmi, ma i punti di riferimento sui quali muoversi, per aprire una fase nuova e partecipata di rigenerazione profonda del campo di forze politiche, sociali, culturali associative del centrosinistra, in modo sintetico li indicherei così:

A) Rimmergere il partito nella vita reale. Non serve un generico appello a stare tra la gente. Così come siamo servirebbe a poco. Serve il preciso obiettivo politico di una forma partito nuova, in grado di superare apparati burocratici, pratiche autoreferenziali e correntismo di potere.

B) Il lavoro di questo nuovo partito deve recuperare un punto di vista critico.
Noi esistiamo per cambiare le cose nel senso di una maggiore giustizia e di una liberazione delle energie migliori della società; l’apertura massima ad un confronto continuo e di massa sulle scelte programmatiche, tattiche o di governo che via via dobbiamo compiere, deve, dunque, intrecciarsi con la riaffermazione di un nostro sistema di valori.

C) Al centro di tutto si deve collocare la questione europea.

D) Occorre rifondare un campo perché la crisi riguarda tutti. Non confondere il giusto orgoglio di partito con l’errore dell’arroganza e la presunzione. Non tutto ciò che non è PD è nostro avversario. Nei territori e nella società, questo è sempre più evidente, vivono le forme più diverse di aggregazione sociale, politica, liste civiche e associazioni, Sindaci indipendenti che rappresentano una immensa ricchezza della democrazia e possono rappresentare un valore aggiunto importante se coinvolte, nel modo giusto, più direttamente in un campo politico. Un PD isolato ci condanna, come purtroppo sta avvenendo, solo alle sconfitte.

E) Aiutare la crescita di una generazione più colta, consapevole, libera, non solo dentro il partito, è una scelta prioritaria sull’idea di Paese. Per risollevare le sorti dell’Italia noi abbiamo bisogno dei giovani. Di imparare da loro. Di mettere al centro di un nuovo modello di sviluppo la loro creatività, forza intelligenza e fantasia. Per risollevare il Paese serve un netto nuovo investimento sul capitale umano, a cominciare dai giovani, o l’Italia non ce la farà mai. Un investimento generale non solo sulle élites ma sul “popolo” dei giovani: perché serve in ugual misura lo scienziato che dovrà inventare e il nuovo meccanico che dovrà riparare.

Occorre, dunque, coraggio e capacità di rigenerare un intero campo della democrazia. C’è tanto cammino da fare; mi sento impegnato, nelle forme che la politica deciderà, a dare una mano: perché il momento non permette a nessuno di ritrarsi in posizioni protette e rassicuranti.