‘Servono coraggio e ambizione’
Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa della Regione Lazio.
Le notizie stampa che leggiamo in queste ore sul destino di Alitalia destano grande preoccupazione. Non possiamo accettarne la trasformazione in una piccola compagnia aerea, con una drastica riduzione del personale e della flotta.
Noi riteniamo che si debba lavorare per il futuro di Alitalia con coraggio e ambizione: serve un progetto che non diminuisca, ma al contrario che incrementi le attività.
Così il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti in una lettera inviata oggi, 15 aprile, al Presidente del Consiglio Mario Draghi e al Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti.
Continua la lettera:
La Regione Lazio nel corso degli anni si è fatta parte attiva di molteplici interventi volti a garantire la salvaguardia dell’occupazione e a sostenere le aziende dell’indotto legate ad Alitalia. Abbiamo sempre creduto nella possibilità di rilanciare la compagnia e di trasformarla in un caso di politica industriale virtuosa, utile all’Italia e al Lazio.
Purtroppo, finora, anche a causa dell’incertezza della politica, la svolta non c’è stata. Con il risultato che il nostro territorio ha già pagato un tributo pesantissimo a causa delle precedenti crisi della compagnia aerea, sia in termini occupazionali, sia per le gravi ripercussioni sulle aziende ad essa connesse.
Le ripercussioni di una drastica riduzione del personale e della flotta sarebbero estremamente pesanti sul fronte occupazionale del Lazio: altri cassintegrati della compagnia Alitalia e altri disoccupati provenienti dal settore dell’indotto aeroportuale.
Oltre l’85% dei lavoratori Alitalia risiede sul nostro territorio. Non solo. Il ridimensionamento della compagnia aerea avrebbe effetti immediati anche sull’indotto: per ogni esubero in Alitalia si stima possano determinarsene altri tre nell’indotto.
La debolezza di Alitalia, infine, rappresenterebbe un grande freno per un comparto produttivo competitivo nel mondo e per lo sviluppo di un territorio a vocazione turistica come quello di Roma e della nostra regione.
Riteniamo serva un piano che agendo con rigore sull’innovazione e sulla qualità della spesa metta la compagnia in grado di competere in Europa e nel mondo con i suoi concorrenti.
Occorre, insomma, che si continui a lavorare per trovare una soluzione capace di conciliare le normative europee con gli interessi economici e di sviluppo del nostro Paese.
La Regione Lazio continua a credere nelle potenzialità di una compagnia di bandiera che possa svolgere non solo un servizio dentro i confini nazionali, ma soprattutto verso l’Europa e resto del mondo, così da salvaguardare anche le alte professionalità già presenti, l’occupazione, l’innovazione e la crescita del Paese.
Tra l’altro, l’attuale crisi della compagnia aerea si inserisce in un contesto già severamente colpito dall’emergenza epidemiologica in corso: basti pensare agli effetti che la pandemia ha avuto sul settore del turismo con evidenti ripercussioni sul traffico aereo da e per l’Italia.
A pagarne il prezzo più alto sono ancora una volta le lavoratrici e i lavoratori che in questo settore operano da anni e hanno acquisito elevate conoscenze e competenze. Non sfugge a nessuno la portata nazionale della vertenza. Tuttavia, la crisi Alitalia coinvolge un settore strategico per l’economica locale e, per questa ragione, la Regione Lazio, nell’ambito delle proprie competenze, è pronta a fare la propria parte.
Riteniamo che sia indispensabile, però, anche un autorevole intervento del Governo per ridefinire la missione e la strategia di rilancio mediante un Piano Industriale adeguato all’obiettivo di avere una grande compagnia, che non sprechi risorse pubbliche, ma sia in grado di stare con forza sul mercato.
La Regione ribadisce dunque la disponibilità a un confronto sui temi rappresentati, affinché in uno spirito di leale collaborazione interistituzionale si possa raggiungere una soluzione condivisa che sia di rilancio, sviluppo e crescita della compagnia di bandiera utile a Roma, al Lazio e all’intero Paese.