Ingredienti per l’impasto
250 ml di acqua
150 grammi di farina
100 grammi di burro
4 uova
Un pizzico di sale
Ingredienti per la crema
500 ml di latte
120 grammi di zucchero
4 tuorli d’uovo
50 grammi di maizena
1 bustina di vanillina
Per la guarnizione
Amarene sciroppate q.b.
Procedimento
Ormai siamo a pochi giorni da San Giuseppe, purtroppo con l’emergenza per la pandemia, quest’anno potrebbe essere più difficile trovare le tradizionali zeppole.
Stando a casa, però, possiamo tranquillamente farle da noi, il procedimento non è per nulla complicato.
La ricetta della zeppola di San Giuseppe è stata formalizzata a Napoli ad inizio Ottocento ma ha origini più antiche. Una leggenda narra che la forma di questo dolce derivi dalla sommità della reliquia del bastone di San Giuseppe, conservata dal Settecento presso il Real Monte ed Arciconfraternita di San Giuseppe dell’Opera di Vestire i Nudi in Napoli, riproducendone il caratteristico aspetto nodulare e le escrescenze lignee.
La zeppola sarebbe dunque una rielaborazione, similmente alla “pasta cresciuta”, delle frittelle per le feste sacre che sono state grande leccornia sia dal passato pagano greco – romano. Un dato storico certo che si apprende da testimonianze cronachistiche ottocentesche è che le zeppole del Santo erano tradizionalmente vendute a prezzi molto popolari durante la festività giuseppina su banchi ambulanti nei pressi delle chiese partenopee di San Giuseppe dei Nudi e di San Giuseppe Maggiore.
In particolare, presso San Giuseppe dei Nudi i più poveri avevano le zeppole in omaggio così da potersi sfamare. In un certo qual modo si coniugavano l’aspetto di Fede, la beneficenza, la necessità alimentare ed il gusto.
Vediamo come procedere.
In una pentola mettiamo l’acqua, il burro e un pizzico di sale. Portiamo quasi a bollore il tutto, poi togliamo dal fuoco e versiamo tutta assieme la farina, amalgamando energicamente per non creare grumi.
Rimettiamo sul fuoco e continuiamo a girare fino a che l’impasto non si stacca dalla pentola, di solito sono sufficienti un minuto o due.
Lasciamo raffreddare e poi passiamo ad unire i tuorli d’uovo, uno alla volta per evitare anche in questo caso che si creino grumi. Rendiamo tutto omogeneo utilizzando una frusta elettrica.
A questo punto imburriamo una teglia da forno, mettiamo l’impasto in una sacca da pasticciere e formiamo le zeppole facendo attenzione di distanziarle bene una dall’altra, visto che cresceranno.
Mettiamo in forno preriscaldato a 220 gradi, abbassando la temperatura a 180 gradi dopo 10 minuti.
Lasciamo in forno per altri 15 o 20 minuti, anche qui varia a seconda del forno, controllando la cottura.
Questa variante è quella che prevede la cottura a forno, ma le zeppole possono essere anche fritte.
Se le vogliamo fare fritte ci sono due possibilità.
Dopo averle tenuto in forno per 10 minuti a 220 gradi le immergiamo immediatamente in abbondante olio già bollente per terminare la cottura. In questo modo saranno già abbastanza dure e assorbiranno meno olio.
Oppure, tagliamo della carta da forno a quadratini, formiamo le zeppole sopra e le mettiamo nell’olio bollente con tutta la carta, che dopo qualche secondo si staccherà andando sul fondo del recipiente di cottura; la possiamo rimuovere con delle pinze da cucina.
In entrambi i casi le metteremo a raffreddare su della carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso.
La crema, invece, è una normalissima pasticciera. In una precedente ricetta ho spiegato anche qualche trucco per realizzarla, ma ad ogni modo vediamo come farla.
In una pentola mettiamo a riscaldare il latte. Nel frattempo in una ciotola amalgamiamo i tuorli d’uovo con lo zucchero, la maizena e la vanillina, facendo attenzione a non creare grumi. Versiamo nella ciotola metà del latte riscaldato, girando per rendere omogeneo il composto.
Poi aggiungiamo l’altra metà del latte e facciamo cuocere la crema a fuoco lento, girando in continuazione per evitare che si attacchi.
Quando tutto si sarà raffreddato, mettiamo la crema in una sacca da pasticciere e guarniamo le nostre zeppole.
Completiamo con delle amarene, secondo gusto, una sola, ma anche due o tre. Una spolverata di zucchero a velo ci sta sempre bene, ovviamente se vi piace.
Buon appetito!
Autore Carolina Barra
Carolina Barra, impiegata in pensione, profonda conoscitrice del cibo in tutte le sue declinazioni, adora cimentarsi nei piatti tipici della tradizione e scoprirne i trucchi per poterli tramandare.