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Yemen: sindacato giornalisti condanna chiusure stazioni radio

Yemen ribelli Houthi


Dopo che i ribelli Houthi hanno chiuso sei stazioni radiofoniche a Sana’a prendendole d’assalto

Il Sindacato dei giornalisti yemeniti ha condannato la chiusura di alcune stazioni radio locali da parte della milizia Houthi, dopo aver preso d’assalto le loro sedi nella capitale yemenita, Sana’a.
Nella capitale yemenita, Sana’a, la milizia Houthi ha preso d’assalto le sedi di sei stazioni radio comunitarie e ha chiuso le loro trasmissioni, come parte di una campagna per chiudere i restanti mezzi di comunicazione a loro non fedeli nelle aree sotto il loro controllo.

Non si è fatta attendere la reazione del Sindacato dei giornalisti, che in una nota diffusa sabato 29 gennaio, ha dichiarato di aver ricevuto una segnalazione dal collega Majali Al-Samadi, proprietario di Radio Voice of Yemen, in cui si afferma che la sua stazione radiofonica è stata chiusa illegalmente dall’autorità de facto di Sana’a.<
Nella nota si apprende che questa misura ha interessato altre cinque stazioni radio: Grand FM, Al Oula, Childhood Community, Al Diwan e Delta.

Il Sindacato ha denunciato, inoltre, queste misure arbitrarie che limitano la libertà di opinione e di espressione e ha chiesto la rapida riapertura di queste stazioni radio e la cessazione di tutte le misure illegali, invitando tutte le organizzazioni interessate alla libertà di opinione e di espressione, guidate dall’Unione dei giornalisti arabi e dalla Federazione internazionale dei giornalisti, a mostrare solidarietà alle stazioni radio sospese, oltre che a fare pressione per fermare questi abusi che ostacolano il lavoro dei media in Yemen.

Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.

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