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Yemen: Sana’a, supervisori Houthi delle scuole



Il governo chiede di non politicizzare l’istruzione

Una circolare dei ribelli Houthi dello Yemen richiede la nomina di un funzionario culturale residente per ogni scuola.

La milizia Houthi ha imposto un cosiddetto supervisore residente “culturale” a ogni scuola privata di Sana’a e dintorni in coincidenza con l’avvento del nuovo anno scolastico 2023-2024.

Secondo una circolare inviata dal Direttore dell’Ufficio Istruzione di Sana’a, nominato dalla milizia, Hadi Ammar, agli uffici educativi dei distretti per ogni scuola privata del distretto deve essere nominato un funzionario culturale residente.

Questo elemento Houthi supervisionerà il lavoro di varie attività, ad esempio i programmi scolastici, concorsi metodologici e pratici, l’attivazione di eventi religiosi e nazionali, della giornata culturale e altro.

La denuncia arriva dal governo legittimo yemenita.

Questa misura Houthi rappresenta

un passo avanti negativo che rientra nei suoi sforzi per controllare completamente il processo educativo.

Il Ministro dell’Informazione yemenita Muammar al-Eryani, ha affermato:

Dal suo colpo di Stato, la milizia terrorista Houthi ha sfruttato il processo educativo, le scuole e i curricula e li ha usati come strumento di guerra, minacciando il tessuto sociale, la pace civile e i valori della diversità, pluralismo e convivenza tra gli yemeniti.

Al-Eryani ha invitato la comunità internazionale, le Nazioni Unite, gli inviati dell’ONU e degli Stati Uniti e le organizzazioni e gli organismi per i diritti umani ad esercitare pressioni reali sui leader della milizia Houthi, affinché separino il processo educativo dal conflitto ed interrompano le pratiche distruttive per lo Yemen.

Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.

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