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Yemen: ONU, Houthi fermino subito attacchi su Marib

Griffiths


L’inviato Martin Griffiths ha chiesto che gli Houthi fermino i raid sui campi profughi

L’inviato dell’ONU in Yemen, Martin Griffiths, ha intimato ai ribelli Houthi dello Yemen di cessare gli attacchi sui campi profughi presenti a Marib, nel nord-est del Paese, in quanto minacciano la sicurezza degli sfollati.

Pochi giorni dopo l’allarme delle Nazioni Unite sulle ripercussioni della campagna lanciata dalla milizia Houthi su Marib, Griffiths è intervenuto per chiedere la cessazione degli attacchi, avvertendo che cercare di impadronirsi dei territori con la forza minaccia tutte le prospettive per il processo di pace, sottolineando che il sostegno internazionale è indispensabile per risolvere la crisi yemenita.

Gli Houthi hanno lanciato la loro campagna per controllare Marib, a circa 120 chilometri a est della capitale, Sana’a, circa un anno fa e hanno intensificato i loro attacchi nei giorni scorsi.

Giovedì, il Ministro yemenita dell’informazione, Muammar Al-Eryani, ha avvertito di un’imminente catastrofe umanitaria a Marib, nello Yemen nord-orientale, a causa degli attacchi degli Houthi ai campi di sfollati.

Ha detto in una serie di tweet:

Marib ha più di 90 campi, e dal 2014 ha accolto quasi 318mila famiglie, per un totale di due milioni e 231mila sfollati.

Le Nazioni Unite avevano avvertito pochi giorni fa che milioni di civili sono esposti al pericolo a causa dell’escalation delle milizie Houthi a Marib e delle sue possibili ripercussioni sulla situazione umanitaria.

Il coordinatore per gli affari umanitari e gli aiuti di emergenza, Mark Lowcock, ha confermato martedì scorso in un tweet che l’attacco mette in pericolo fino a due milioni di civili.

Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.

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