L’Organizzazione Human Rights Watch ha confermato in un rapporto che l’uso sconsiderato delle armi da parte degli Houthi ha provocato la morte di decine di immigrati etiopi in un incendio
L’Organizzazione Human Rights Watch ha annunciato martedì 16 marzo che decine di migranti sono morti per un incendio avvenuto nello Yemen il 7 marzo, dopo che la milizia Houthi ha sparato proiettili non identificati contro un centro di detenzione per immigrati a Sana’a, provocando un incendio.
Gli ospedali della capitale yemenita hanno curato le ustioni di centinaia di migranti sopravvissuti, la maggior parte dei quali etiopi, che protestavano per le loro condizioni di vita nel centro, in mezzo ad una massiccia presenza di uomini della sicurezza, che ha ostacolato gli sforzi dei parenti e delle agenzie umanitarie di raggiungere i feriti.
L’Organizzazione ha sottolineato che il gruppo Houthi deve consentire immediatamente alle squadre umanitarie di assistere coloro che necessitano di assistenza medica o di altro tipo, aggiungendo che il Gruppo delle Nazioni Unite di esperti internazionali e regionali sullo Yemen dovrebbe includere l’incidente nelle indagini in corso sulle violazioni dei diritti umani nel Paese.
Ha detto Nadia Hardman, ricercatrice sui diritti dei rifugiati e dei migranti presso Human Rights Watch:
L’uso sconsiderato delle armi da parte degli Houthi, che ha portato alla morte di decine di migranti etiopi tra le fiamme, è un orribile promemoria dei pericoli che devono affrontare i migranti nello Yemen dilaniato dalla guerra.
Le vittime hanno anche descritto abusi verbali da parte delle guardie, inclusi ripetuti insulti razzisti e minacce reiterate.
Tutto ha avuto inizio la mattina del 7 marzo, hanno detto i rifugiati, quando le persone nel centro di detenzione si sono rifiutate di fare colazione. Verso l’una del pomeriggio, le guardie sono tornate con il pranzo, ma i prigionieri hanno insistito per rifiutarlo. Ne è seguito uno scontro, durante il quale i reclusi hanno affermato che le guardie di sicurezza hanno riconosciuto gli organizzatori della protesta, li hanno portati fuori dagli hangar e li hanno picchiati con bastoni di legno e le armi da fuoco.
I detenuti hanno risposto lanciando piatti, colpendo e ferendo in faccia una guardia di sicurezza. Dopodiché, le guardie hanno raccolto i migranti e li hanno rinchiusi negli hangar.
Secondo Human Rights Watch, i sorveglianti se ne sono andati e sono tornate pochi minuti dopo, accompagnati dalle forze di sicurezza in uniformi Houthi nere, verdi e grigie, in assetto anti-sommossa con armi ed equipaggiamento militare. La gente ha detto all’organizzazione che le guardie di sicurezza hanno incaricato i detenuti di recitare le loro “ultime preghiere”.
Quindi, un membro della forza in arrivo è salito sul tetto dell’hangar, che comprende spazi aperti, e ha sparato due lacrimogeni contro il luogo stesso. I migranti hanno sostenuto che il primo colpo ha creato un fumo denso e ha fatto lacrimare e bruciare gli occhi. Il secondo proiettile, che i migranti chiamavano “bomba”, è esploso provocando un botto e innescando un incendio.
Secondo l’Organizzazione, i resoconti dei testimoni indicano la possibilità che siano state usate bombe fumogene, cartucce di gas lacrimogeni, granate assordanti o cosiddetti dispositivi “flash”.
Autore Redazione Arabia Felix
Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.