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Yemen: ONG denuncia condanne a morte decisa dagli Houthi



L’Associazione delle Madri dei rapiti yemeniti parla anche dell’arresto di altri 20 civili da parte dei ribelli

L’Associazione delle Madri dei rapiti yemeniti ha condannato l’emissione da parte della milizia Houthi di nuove “ingiuste” condanne a morte e alla reclusione comminate nei confronti di 20 civili rapiti a Saada. La ONG ha chiesto la cessazione di questi processi politici.

L’Associazione delle Madri dei rapiti ha diffuso una nota a seguito di un sit-in organizzato nella città di Marib:

Condanniamo l’emissione di condanne a morte contro 7 rapiti dal governatorato di Saada e di reclusione per un periodo compreso tra 10 – 15 anni ai danni di 13 persone dello stesso governatorato, da un tribunale del gruppo Houthi a Sana’a.

La nota invita le milizie Houthi a fermare i processi politici contro i rapiti e ad abbandonare le condanne a morte.

Sono state emesse dopo che questi uomini erano stati rapiti, scomparsi e sottoposti a torture per costringerli a confessare contro se stessi. Questo per poi portarli a processi che non aderiscono ai principi di un giusto processo.

L’associazione ha ritenuto la milizia Houthi responsabile del rapimento di civili, uomini nascosti e privati dei diritti loro garantiti dalla costituzione yemenita e dalle leggi in vigore.

Nel comunicato si chiede alle Nazioni Unite e alle organizzazioni per i diritti umani di intervenire con urgenza. Di fare pressioni per fermare le ingiuste condanne nei confronti dei rapiti.

Il 7 dicembre scorso, il cosiddetto tribunale penale specializzato di primo grado di Sana’a, che è sotto il controllo della milizia Houthi, ha emesso condanne a morte per 7 rapiti. Ha anche emesso pene detentive per altri 13, che vanno da 15 anni per sette di loro e 10 anni per altri sei.

Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.

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