L’Osservatorio euro-mediterraneo invita gli Houthi a porre fine immediatamente all’assedio di Taiz
Un osservatore internazionale per i diritti umani ha chiesto al gruppo Houthi di porre immediatamente fine all’assedio illegale che ha imposto alla città di Taiz, nel sud-ovest dello Yemen, che va avanti da più di otto anni, e chiede e di aprire tutte le strade e i valichi da e verso essa.
L’oppressione della città da parte del gruppo Houthi è una forma di punizione collettiva contro i civili e può costituire un crimine di guerra secondo le leggi internazionali. Il gruppo ribelle deve porvi fine prontamente ed aprire tutte le strade e gli incroci nella città.
Lo ha affermato la ONG in una nota, aggiungendo che, alla luce della scarsità di generi alimentari e del forte aumento dei loro prezzi, circa 3 milioni di yemeniti a Taiz soffrono di una grave carenza di beni fondamentali come cibo, acqua e salute.
I pazienti sono inoltre costretti a percorrere strade di montagna accidentate e pericolose per raggiungere le strutture sanitarie e ad affrontare rischi a causa dei bombardamenti, dei frequenti scontri e delle estreme difficoltà negli spostamenti tra i quartieri della città.
La notevole diminuzione del ritmo del conflitto nello Yemen non include l’allentamento o la fine delle restrizioni imposte dal gruppo Houthi a Taiz, perché il gruppo sta ancora assediando la città dalle linee principali – la sessantesima linea nel a nord, la linea di Taiz ad Al-Hodeidah a ovest e la linea di Al-Hawban a est e a sud -, controlla i centri economici e commerciali più importanti ed impedisce il flusso di beni di prima necessità e di aiuti umanitari.
La dichiarazione sottolinea la necessità che la questione dell’apertura dell’assedio di Taiz sia in cima all’agenda dei prossimi negoziati.
Viene anche ribadito che la quiete delle voci delle armi non dovrebbe distogliere l’attenzione dalla sofferenza di milioni di civili che stanno lentamente morendo in città e che la questione della fine dell’assedio deve essere posta in primo piano in ogni discussione tra le parti in conflitto. Ogni ritardo nella revoca delle misure arbitrarie sulla città significa aggravare la sofferenza dei civili.
L’Osservatorio ha invitato l’inviato delle Nazioni Unite in Yemen, Hans Grundberg, a collaborare con tutte le parti, in particolare, a fare pressioni sul gruppo Houthi, per eliminare tutte le restrizioni imposte a Taiz, compresa l’apertura di tutti i porti che conducono alla città e le strade interne, per consentire il flusso di beni ed aiuti umanitari senza alcuna condizione.
Ha infine esortato le parti in conflitto a tenere i civili lontani dai calcoli militari e politici, a rispettare le norme del diritto umanitario internazionale in questo senso e a fare marcia indietro rispetto a tutte le misure che potrebbero aggravare la crisi umanitaria nel Paese.
Autore Redazione Arabia Felix
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