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Yemen: OIM condanna gli Houthi per sequestro migranti

centro migranti Sana'a


L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni conferma che la milizia Houthi ha trattenuto i migranti in condizioni disumane

Il Direttore Generale dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, OIM, Antonio Vitorino, ha espresso la sua profonda tristezza per la morte di decine di migranti, in un incendio in un centro di detenzione a Sana’a, che è sotto il controllo della milizia Houthi, sottolineando che le condizioni nella struttura di detenzione, che ha aumentato la sua capacità di ospitare migranti di tre volte, erano disumane e insicure.

In una dichiarazione, l’OIM ha chiesto che la detenzione sia l’ultima risorsa in qualsiasi contesto e che i Governi adottino un approccio basato sui diritti umani rispetto alla detenzione dei migrati.

Nel marzo dello scorso anno, l’Organizzazione si è unita ad altri partner delle Nazioni Unite per sollecitare il rilascio dei migranti detenuti, in condizioni anguste e antigieniche, in luoghi di detenzione ufficiali e non ufficiali, nel tentativo di contenere la diffusione del Coronavirus.

L’Organizzazione ha confermato l’aumento delle detenzioni arbitrarie e dei movimenti forzati di migranti in Yemen, dallo scoppio della pandemia e ha detto che lavorerà per riavviare il programma di rimpatrio umanitario volontario da Sana’a all’Etiopia.

Ha aggiunto Vitorino:

Sono preoccupato che questa non sia l’ultima tragedia che i migranti nello Yemen dovranno affrontare se la comunità internazionale non si riunisce in un rinnovato sforzo per ridurre i rischi che devono affrontare e aumentare il sostegno che ricevono.

È di 43 morti e 170 feriti il bilancio dell’incendio scoppiato l’8 marzo scontro in un centro di detenzione dei ribelli Houthi a Sana’a usato per detenere i migranti che si rifiutavano di andare al fronte a combattere contro l’esercito yemenita. Le vittime del rogo sono tutte etiopi.

Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.

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