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Yemen: nuova crisi del carburante a Sana’a

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La crisi, provocata dagli Houthi per alzare i prezzi del mercato nero da loro gestito, provoca lunghe code di auto alle pompe di benzina

Le stazioni di servizio a Sana’a, capitale dello Yemen, sotto il controllo della milizia Houthi, hanno assistito ad un improvviso ritorno di lunghe file di auto e veicoli davanti ai distributori, dopo che alcune hanno chiuso improvvisamente i battenti, annunciando l’inizio di una nuova crisi che aumenta le sofferenze dei cittadini.

La recessione provocata dagli Houthi dei derivati ​​del petrolio, che ha l’obiettivo di provocare aumenti al mercato nero da loro gestito, è arrivata un mese dopo l’inizio della tregua dell’ONU, secondo la quale la Coalizione avrebbe consentito l’ingresso di derivati ​​del petrolio nel porto di Hodeidah, controllato dai ribelli filo iraniani.

Il Ministro dell’Informazione yemenita, Muammar Al-Eryani, ha accusato la milizia Houthi di provocare una nuova crisi, nonostante il continuo e regolare arrivo di navi di derivati ​​del petrolio al porto di Hodeidah, al ritmo di due a settimana, come una continuazione del suo approccio di sfruttare le sofferenze dei cittadini e limitando i loro mezzi di sussistenza.

In un comunicato stampa del 10 maggio sera, Al-Eryani ha dichiarato che dal 1° aprile all’8 maggio 10 navi hanno scaricato il loro carico nel porto di Hodeidah caricate con 268.911 tonnellate, oltre a un’imbarcazione carica di 60.000 tonnellate di diesel, che ha ottenuto i permessi necessari.

Si tratta di quantità che superano per 3 mesi le effettive esigenze delle aree controllate dalla milizia Houthi.

Autore Redazione Arabia Felix

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