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Yemen: modella in carcere respinge accuse prostituzione

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Entisar al-Hammada da 94 giorni in carcere senza motivo ha respinto le accuse degli Houthi di prostituzione e spionaggio

Fonti delle organizzazioni in difesa dei diritti umani in Yemen hanno diffuso nuove informazioni sul caso del rapimento, da parte della milizia Houthi, dell’attrice e modella yemenita, Entissar Al Hammadi, portata in carcere con due sue colleghe più di 94 giorni fa a Sana’a.

Personaggi pubblici, giornalisti, avvocati e giudici insieme al legale di Entisar, Khaled Al-Kamal, hanno visitato lunedì scorso 24 maggio la prigione centrale di Sana’a dove è reclusa la modella per capire il vero motivo della sua detenzione.

Il giudice Abdul Wahab Qatran, ex fedelissimo Houthi poi passato all’opposizione del gruppo, era tra coloro che l’hanno visitata. Entisar ha coraggiosamente spiegato loro a cosa era stata sottoposta in termini di oppressione, abuso e violenze in questi 94 giorni, ed ha parlato delle accuse fabbricate contro di lei, iniziando da quella di diffondere droghe senza che vi fosse alcuna prova.

La giovane modella è stata rinviata a giudizio anche con l’accusa di “pratica della prostituzione”, confermando che l’indagine è stata condotta da Riad Al-Eryani che non ha trovato prove contro di lei, quindi ha deciso di rilasciarla, ma il Pubblico Ministero ha rifiutato la richiesta di scarcerazione e ha deferito il caso ad un altro membro della Procura, che si rifiuta di consegnare una copia del fascicolo relativo al suo caso ai suoi legali.

Tra coloro che hanno visitato Entisar nella sua prigione e hanno ascoltato la sua testimonianza c’era il membro del Parlamento yemenita Ahmed Saif Hashid, l’ex Presidente del sindacato dei giornalisti yemeniti Abdul-Bari Taher, Ahmad Naji al-Nabhani, l’avvocato Hassan al-Dawla, l’avvocato Nadia al-Khulaifi e il giornalista Widad al-Badawi.

Come ha spiegato l’attivista di Amnesty International Louay Jalal Al-Azazi a proposito di questa visita e di ciò che l’artista rapita ha detto:

La verità è la seguente: gli inquirenti li accusano di far parte di una cellula dedita alla prostituzione e ad una rete di spie organizzata che vanno in alcuni bordelli e installano telecamere di sorveglianza, oltre a prostituirsi con alcuni oppositori politici! Quando hanno respinto le accuse, allora ne sono state inventate altre per confermare l’arresto.

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Autore Redazione Arabia Felix

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