La missione delle Nazioni Unite non è stata in grado di raccogliere informazioni sulle violazioni a causa delle restrizioni imposte dagli Houthi
Il Peace Research Institute di Oslo ha confermato che la milizia Houthi ha ostacolato il lavoro degli osservatori della Missione delle Nazioni Unite a sostegno dell’Accordo di Hudayda in Yemen, in particolare sulle violazioni dell’Accordo di Stoccolma.
La milizia sciita ha impedito lo svolgimento dell’incarico anche con le armi. In uno studio preparato dalla ricercatrice Julia Palik, l’istituto ha affermato che la Missione delle Nazioni Unite non è stata in grado di raccogliere informazioni sulle violazioni commesse nella zona a causa delle restrizioni imposte ai suoi movimenti dagli Houthi e dell’impossibilità dei suoi quadri di comunicare anche solo via radio.
Lo studio – tradotto da “NewsYemen” – ha fornito un’analisi descrittiva delle sfide affrontate dagli ufficiali addetti al monitoraggio della Missione delle Nazioni Unite per sostenere l’accordo di Hudayda durante la missione.
Secondo Julia Palek, lo studio ‘Sfide al monitoraggio del cessate il fuoco in Yemen’ si basava su tutti i documenti delle Nazioni Unite pubblicati sullo Yemen dall’accordo di Stoccolma e sulle interviste di esperti con gli ufficiali di monitoraggio dell’UNMIS a sostegno dell’accordo di Hudayda che sono stati schierati da marzo 2019.
In esso era riportato che i residenti locali erano riluttanti a condividere informazioni con la missione delle Nazioni Unite perché temevano potenziali attacchi di ritorsione da parte degli Houthi, noti per le loro pratiche repressive.
Un residente locale ha affermato che denunciare incidenti è quasi impossibile, dato lo stretto controllo di sicurezza da parte degli Houthi:
Mi ucciderebbero semplicemente se mi vedessero parlare con uno straniero, perché mi accuserebbero di tradimento.
Autore Redazione Arabia Felix
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