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Yemen: il 79% degli abitanti dei campi di Marib sono donne e bambini

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Lo rivela un rapporto delle Nazioni Unite secondo il quale il 90% delle famiglie sfollate vive in estrema povertà, con meno di 1,4 dollari al giorno

Le Nazioni Unite hanno rivelato le tragiche condizioni in cui vivono gli sfollati del Governatorato yemenita di Marib, indicando che il 79% dei residenti del campo sono donne e bambini e vivono con meno di un dollaro e mezzo al giorno e che la maggior parte di loro ricorre alla riduzione del numero dei pasti, del lavoro minorile e del matrimonio precoce.

Un rapporto dell’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, UNHCR, sulla situazione umanitaria a Marib ha rilevato che i bisogni umanitari nel Governatorato stanno aumentando con l’incremento dei combattimenti che colpiscono i civili e provocano nuovi sfollati nei distretti di Jabal Murad, Maddhal, Raghwan, Al-Jouba e Sarwah.

La maggior parte degli sfollati proviene da Sarwah o al suo interno, poiché le famiglie fuggono per la seconda o terza volta da tre dei più grandi campi di accoglienza: Al-Zour, Dhina Al-Sawabin e Dhina Al-Hayal.

Il 90% per cento delle famiglie sfollate vive in condizioni di estrema povertà, con meno di 1,4 dollari al giorno. Spesso dipendono anche dal sostegno di amici e parenti e dall’assistenza esterna per soddisfare i bisogni primari, inclusi cibo, alloggio, salute, acqua e servizi igienici.

Il dossier ha anche denunciato che le famiglie sfollate più vulnerabili, il 30% di quelle valutate, non ha reddito e che è più probabile che ricorra a meccanismi dannosi, tra cui la riduzione del numero di pasti, la mancata visita alle strutture sanitarie o il lavoro minorile e il matrimonio precoce per restare in vita. Circa il 40%delle famiglie sfollate vive in rifugi improvvisati ed edifici non finiti.

Il rapporto delle Nazioni Unite ha indicato che circa un quarto dei bambini valutati non va a scuola, poiché Marib ospita quasi un milione di yemeniti sfollati da tutto il Paese e la maggior parte di loro ha cercato rifugio lì dall’inizio della crisi yemenita nel 2015.

Ha anche sottolineato che i servizi pubblici e le infrastrutture non possono far fronte al grande afflusso di sfollati interni e che la maggior parte delle famiglie arrivate di recente ha cercato rifugio nei siti di accoglienza affollati e disagiati nei distretti di Sirwah, Marib City, Wadi, Jawba e aree adiacenti, dove la mancanza di risorse, le restrizioni di accesso e l’insicurezza stanno aumentando, ostacolando la fornitura di aiuti ai civili, con conseguenze disastrose per i più vulnerabili.

Secondo il rapporto, tra il 20 febbraio e il 30 marzo, l’UNHCR e i suoi partner hanno condotto un monitoraggio per valutare i bisogni e le priorità di circa 16.300 sfollati a Marib, compresi quelli a causa della recente escalation di violenze. I risultati hanno mostrato un’insufficienza di acqua, servizi igienici e strutture igieniche, poiché il 25% delle famiglie sfollate non ha accesso ai servizi igienici o alle strutture per lavarsi le mani vicino ai loro rifugi.

Autore Redazione Arabia Felix

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