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Yemen: Houthi respingono ancora piano di pace saudita

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Il portavoce di Houthi ha riferito di uno stallo nelle consultazioni in Oman con i mediatori delle Nazioni Unite, Martin Griffiths, e degli Stati Uniti, Tim Lenderking

Il portavoce ufficiale dei ribelli Houthi dello Yemen, a capo della delegazione negoziale, Muhammad Abdul Salam, ha implicitamente rivelato che le consultazioni in corso del suo gruppo a Muscat, in Oman, con i mediatori delle Nazioni Unite, Martin Griffiths, e degli Stati Uniti, Tim Lenderking, si sono bloccate.

L’obiettivo delle consultazioni che si sono svolte nel Sultanato era quello di raggiungere un accordo globale per porre fine alla crisi nello Yemen.

Abdel Salam ha spiegato su Twitter che i mediatori parlano di una battaglia parziale e di lasciare lo Yemen sotto assedio. Si tratta, quindi, di una nuova conferma del rifiuto del suo gruppo di interrompere i suoi continui attacchi per controllare la città di Marib contro i civili e gli sfollati.

Il funzionario Houthi ha definito questa offerta:

Una scorciatoia per il conflitto che non affronta il problema, ma lo aggrava e non aiuta a raggiungere la pace, piuttosto prolunga la guerra.

La proposta delle Nazioni Unite, sostenuta dagli Stati Uniti e dalla Comunità internazionale, dà la priorità a fermare l’attacco degli Houthi a Marib, insieme a misure per ridurre le restrizioni sulle navi di carburante dirette ai porti di Hodeidah e all’aeroporto internazionale di Sana’a, aiutando l’economia e permettendo di pagare gli stipendi dei dipendenti.

Secondo la piattaforma multimediale “Yemen Future” si tratta di un piano che porta ad un cessate il fuoco globale passando a negoziati più ampi sulla condivisione del potere.

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Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.