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Yemen: Houthi chiude bar, club e saloni a Sana’a



Dura la reazione da parte dell’opinione pubblica yemenita

Gli yemeniti sono stufi della nuova decisione punitiva dell’autorità dei ribelli Houthi nei confronti dei residenti della capitale, Sana’a, di chiudere tutti i club sportivi, i caffè, i saloni di bellezza, il centro sanitario femminile, le piscine e i negozi di narghilè.

Secondo gli Houthi queste attività costituiscono luoghi di corruzione finanziaria e decadimento morale e portano alla perdita del prestigio della società. I ribelli hanno anche condotto campagne repressive per arrestare i trasgressori tra cittadini, commercianti ed investitori.

Sebbene le attività dei ristoranti siano rimaste ancora aperte, sono soggette a raid dei ribelli e pressioni della sicurezza che impongono il pagamento di royalties e multe con il pretesto di sostenere quello che chiamano lo “sforzo bellico” degli Houthi.

In mezzo alla rabbia della gente, sui siti di social networking in Yemen è possibile leggere le reazioni di condanna rispetto a questa iniziativa degli Houthi. Gli attivisti hanno scritto che tali disposizioni annunciano un ritorno all’era della schiavitù, altri hanno aggiunto che gli Houthi stanno costringendo le persone a vivere tra i fronti di combattimento e le case, niente di più.

Non resta altro che imporci il divieto di lasciare le nostre case se non con i vestiti che ci comandano e con un taglio di capelli che si adatta ai loro capricci e, dopo aver confiscato l’arte e proibito il canto e il divertimento, sceglieranno anche i colori dei nostri vestiti e i mobili delle case.

I commenti accusano gli Houthi di soffocare le libertà pubbliche, vincolare i mezzi di sussistenza e monitorare i movimenti e il comportamento delle persone attraverso una politica di ricatto, limitando gli aspetti della vita pubblica e punendo i trasgressori con il linguaggio delle armi, delle minacce e della violenza.

Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.

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