Il capo dei corrispondenti dell’agenzia di stampa yemenita, Nabil Al-Sadawi, condannato a otto anni di carcere
Ieri il 22 febbraio, i ribelli Houthi dello Yemen hanno emesso una serie di sentenze che vanno dal carcere alla condanna a morte per 13 persone.
Tra i nomi delle persone condannate spicca quello del giornalista yemenita Nabil Al-Sadawi, capo dei corrispondenti dell’agenzia di stampa yemenita ufficiale “SABA”.
A denunciarlo è il sito di informazione yemenita “Yemen al-Mustaqbal‘, secondo cui il cronista è stato condannato a 8 anni di carcere.
Ben più pesante è stata la condanna inflitta al direttore delle scuole Al-Nahda, Fahd Al-Salami. Al-Salami è stato condannato a morte con altri due uomini, tra cui un detenuto che era stato rilasciato in un precedente accordo di scambio con la il governo legittimo yemenita.
Le autorità hanno arrestato Al-Sadawi il 21 settembre 2015 e lo hanno tenuto nascosto alla sua famiglia fino a quando non gli hanno ufficialmente formulato l’accusa il 2 luglio 2019, violando tutte le procedure giudiziarie ai sensi della costituzione yemenita.
L’autorità di fatto che controlla Sana’a accusa questi civili di formare una “banda armata” e di aver comunicato tra il 2015 e il 2016 con i leader nemici situati nel governatorato di Marib, ovvero il governo riconosciuto a livello internazionale.
Il verdetto, emesso dal giudice Muhammad Muflih, ha condannato a morte Fahd Abdullah Al-Salami, Sadeq Muhammad Al-Majidi e Khaled Ahmed Al-Olfi.
Ha anche condannato al carcere Ahmed Abdullah Al-Qata’, Fouad Noman Al-Awadi, Nabil Muhammad Al-Sadawi e Assem Thabet Radman, a otto anni dalla data del loro arresto.
Le pene includevano anche sette anni di reclusione dalla data dell’arresto per Mansour al-Faqih, Issam Muhammad al-Zindani, Muhammad Abdullah al-Jarazi, Mukhtar Abdullah al-Jabali e Mahdani Ali al-Mahdani.
La sentenza, considerata illegale dagli avvocati yemeniti, recita, inoltre:
Il tribunale ha anche condannato Habib Yahya al-Adini a cinque anni di carcere, e ha posto tutti i detenuti sotto sorveglianza per un periodo di tre anni, tenendo conto della loro riabilitazione intellettuale, culturale, comportamentale e professionale, e lavorando in collaborazione con le autorità competenti per fornire lavoro e manodopera in modo che si guadagnino una vita onorevole.
Autore Redazione Arabia Felix
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