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Yemen: giornalista torturato dagli Houthi



Negli ultimi due giorni è stato sottoposto a tortura e isolamento in una cella buia e angusta

Fonti vicine al giornalista yemenita, Tawfiq Al-Mansoori, e ad altri detenuti del carcere di sicurezza centrale di Sana’a, hanno confermato che il cronista, rapito dalla milizia Houthi dal 2015 e condannato a morte, negli ultimi due giorni è stato sottoposto a tortura e isolamento in una cella buia e angusta.

La piattaforma mediatica “Yemen Future” ha citato fonti locali affermando che il giornalista e i suoi tre colleghi, Akram Al-Walidi, Al-Harith Hamid, Abdul-Khaleq Omran, sono stati ripetutamente picchiati dal comandante della prigione di sicurezza centrale di Sana’a, nominato dagli Houthi, Abu Shehab Al-Murtada, nei giorni scorsi.

Il 27 luglio, il fratello di Tawfiq Al-Mansoori ha ricevuto informazioni dalla famiglia di un altro detenuto che confermavano il deterioramento significativo delle condizioni di salute del suo congiunto, poiché dal 2020 gli era stato impedito di essere trasferito in ospedale per ricevere cure mediche.

I giornalisti yemeniti hanno rivolto un appello al Comitato Internazionale della Croce Rossa affinché intervenga tempestivamente per controllare le condizioni di salute del collega Al-Mansouri, rapito sette anni fa, sottolineando che è stato duramente picchiato dai miliziani nel carcere centrale di Sana’a.

La milizia filo iraniana ha detenuto arbitrariamente Akram Al-Walidi, Abdul-Khaleq Omran, Harith Hamid e Tawfiq Al-Mansoori nel 2015 e li ha trattenuti senza accusa fino a dicembre 2018. Nell’aprile 2020 il tribunale penale specializzato di Sana’a ha condannato a morte i quattro giornalisti.

Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.

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