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Yemen: fratello capo Houthi tortura i prigionieri

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Abu Shihab al-Murtada ha seviziato Sami al-Watiri nella prigione di sicurezza centrale

Un leader della milizia Houthi ha torturato Sami Al-Wattiri all’interno della prigione di sicurezza centrale di Sana’a, causandogli ferite, fino a quando la vittima non è stata trasferita in ospedale.

Lo ha denunciato il sito di notizie yemenita “Al-Masdar Online”, che ha citato fonti informate secondo le quali l’aguzzino, Abu Shihab Al-Murtada, è fratello del leader Houthi, Abdul Qadir Al-Murtada, che è responsabile dello schedario dei prigionieri della milizia.

Al-Murtada, che in passato ha già pestato a sangue altri detenuti, ha aggredito il prigioniero, all’interno della cella 25.

Le fonti hanno sottolineato che l’uomo ha riportato molte ferite ed è stato successivamente trasferito in ospedale, mentre altre vittime di percosse sono state spostate in un luogo sconosciuto.

Secondo le fonti, il resto dei rapiti all’interno della cella ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro l’aggressione e la scomparsa dei propri compagni.

Abu Shihab è il fratello del leader Houthi, Abd al-Qadir al-Murtada, che gestisce il dossier dei prigionieri e guida la delegazione negoziale della milizia su questo tema.

Il giornalista, rilasciato dalle carceri della milizia, Tawfiq Al-Mansouri, ha raccontato di chi si tratta. Dopo il suo rilascio lo scorso maggio ha detto di essere stato torturato dallo stesso Abd al-Qadir al-Murtada e lo ha descritto come

dipendente dalla tortura, e non si riposa finché non tortura i rapiti.

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Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.