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Yemen: dipendente ONG muore in carcere Houthi



La milizia Houthi lo ha rapito Al-Hakimi in una strada a Sana’a 50 giorni fa e ha impedito alla sua famiglia di vederlo

Un dipendente di un’organizzazione internazionale è morto nelle carceri della milizia Houthi in Yemen 50 giorni dopo essere stato rapito in una strada pubblica nella capitale yemenita, Sana’a. Nuova prova delle pratiche della milizia nelle sue prigioni.

Fonti della famiglia della vittima hanno riferito che il giovane Hisham Al-Hakimi, responsabile della sicurezza presso l’ufficio dell’organizzazione Save the Children nello Yemen, è deceduto in una prigione appartenente al servizio di sicurezza e intelligence della milizia Houthi a Sana’a.

Il sito di notizie yemenita Al-Masdar Online ha citato fonti secondo cui la milizia Houthi ha chiamato la famiglia di Al-Hakimi per consegnare il suo corpo, senza aggiungere ulteriori dettagli.

Secondo le fonti, la famiglia di Al-Hakimi ha rifiutato di ricevere la salma e ha chiesto un’autopsia per determinare le cause della morte, soprattutto perché è stato loro impedito di fargli visita o di nominare un avvocato per difenderlo dal suo arresto.

La milizia Houthi aveva rapito Al-Hakimi in una strada a Sana’a 50 giorni fa e lo aveva rinchiuso in una delle sue prigioni a Sana’a. Amici di Al-Hakimi chiedevano alla sua famiglia di non parlare del suo arresto per garantire il suo rilascio rapido, come spesso accade con i detenuti.

Le organizzazioni yemenite per i diritti umani hanno registrato decine di vittime morte nelle carceri delle milizie Houthi, attribuiscono le cause della loro morte alle torture a cui sono sottoposte in quelle prigioni.

Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.

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