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Yemen: Al-Alimi, Houthi sfrutta aeroporto Sana’a politicamente



I ribelli hanno trasformato la questione dell’aeroporto di Sana’a da una pratica umanitaria a una questione politica

Il capo del Consiglio di comando presidenziale yemenita, Rashad Muhammad Al-Alimi, ha rinnovato il suo sostegno alla tregua umanitaria in corso in Yemen sotto l’egida delle Nazioni Unite, con tutte le sue disposizioni, compresa l’apertura dei valichi della città di Taiz, assediata dagli Houthi.

Ciò è avvenuto durante il suo incontro del 10 maggio ad Aden, insieme al Vicepresidente del Consiglio presidenziale, al Generale di Brigata Tariq Saleh, al Primo Ministro Maeen Abdul-Malik, con l’inviato delle Nazioni Unite in Yemen, Hans Grundberg.

Durante l’incontro, il Presidente ha ascoltato le parole dell’inviato ONU sugli sforzi compiuti per stabilire una tregua umanitaria, che porti ad alleviare le sofferenze di tutto il popolo yemenita.

Al-Alimi ha ribadito la disponibilità del governo legittimo a fornire tutto il necessario per facilitare il successo degli sforzi dell’ONU per portare la pace nel Paese, ponendo fine al colpo di Stato compiuto dalla milizia Houthi con supporto iraniano.

Per quanto riguarda l’aeroporto di Sana’a, Al-Alimi ha confermato che il governo legittimo ha avanzato molte proposte, respinte, però, con chiara intransigenza dalle milizie Houthi.

Ha sottolineato che la milizia Houthi ha trasformato la vicenda dell’aeroporto di Sana’a da un dossier umanitario in una questione politica e ha distogliendo gli obiettivi filantropici per i quali l’accordo era stato concluso.

Al-Alimi ha ricordato all’inviato dell’ONU la necessità che le milizie Houthi si impegnino a cedere ai dipendenti statali gli stipendi derivanti dalle entrate petrolifere del porto di Hodeidah, come previsto dall’Accordo di Stoccolma.

Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.

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