Impossibile fare a meno della tecnologia, ma la dipendenza da eccesso d’uso è un fenomeno reale
Internet e i social media hanno indiscutibilmente cambiato la vita di tutti noi entrando prorompentemente nell’esistenza quotidiana.
Direttamente o indirettamente, gradita oppure no, siamo immersi nella tecnologia in azioni ricorsive e ordinarie, quali leggere il giornale, acquistare il biglietto della metropolitana, pagare il pranzo alla cassa del ristorante, per il conto corrente bancario, accedere ai servizi della Previdenza Sociale e dell’Agenzia delle Entrate, leggere la ricetta per cucinare, fare la spesa al centro commerciale, acquistare libri, abiti e beni di ogni genere.
Il numero di utenti Internet cresce di anno in anno. Dalle statistiche aggiornate al 2023, circa 5,2 miliardi di persone usufruiscono della rete per più di 6 ore al giorno, cioè il 64,6% della popolazione mondiale. È una cifra vertiginoso.
In tutto il mondo, ovunque vi sia un punto di connessione, anche dove le case sono prive del pavimento e con il tetto di paglia, esiste almeno uno smartphone in grado di aprire la finestra alla luce cibernetica.
Asia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Europa, Stati Uniti sono i Paesi prevalenti per numero di utenti. Ma la numerosità tocca estremi diametralmente opposti, con Norvegia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita al 99% e Corea del Nord con quasi zero.
La differenza di genere, a livello globale, è del 6% inferiore per le donne rispetto agli uomini e sale al 10% negli stati Arabi e in Africa.
Le fasce di reddito rilevano diversità significativa, con il 92% della popolazione nei Paesi ad alto reddito contro il 26% di quelli a basso reddito.
A livello mondiale, il 75% dei navigatori sono prevalentemente giovani tra 15 e 24 anni, che nella sola Europa raggiungono il 98%.
Gli internauti che fanno altresì uso abituale dei Social Media sono 4,8 miliardi, circa il 60% della popolazione mondiale.
I Social Media rappresentano un balzo evolutivo della socialità. La loro affermazione è avvenuta in brevissimo tempo, trasformando le relazioni sociali e influenzando il comportamento, il modo di esprimersi e di rapportarsi tra le persone.
Il grande mutamento avviene con la transizione dai mezzi di comunicazione passiva, quali radio e televisione, a quella interattiva dei social per lo scambio comunicativo diretto, partecipativo e creativo.
Per Social Media si intende un insieme di software e applicazioni che permettono la creazione di testi, immagini, video e audio. Immediatamente pubblicati, generano alberature comunicative tra utenti della rete digitale denominata Social Network.
I Social Media più diffusi sono: Facebook, TikTok, Twitter, Instagram, YouTube e Tumblr.
Il loro utilizzo appropriato ha indubbi risvolti positivi. Pensiamo al periodo del COVID e alla segregazione sociale, che ha forzato in casa milioni di persone. Sono stati proprio i social a permetterci di stabilire e mantenere relazioni sociali, contrastando significativamente il senso di isolamento e alienazione.
Inoltre, possono favorire il benessere psicologico, che deriva dallo sviluppo di nuove relazioni sociali, il mantenimento di rapporti con famiglia e amici e un rilevante scambio di informazioni, opinioni e condivisione di qualcosa di sé.
Ma aspetti negativi provengono dall’uso eccessivo e incontrollato che induce ad una forma di Dipendenza da Social Media o Social Media Addiction.
Si manifesta come irrefrenabile e incontrollabile bisogno di accedere ai social, che progredisce inconsapevolmente e presenta una propria sintomatologia ossessivo – compulsiva:
• tendenza a ricercare con elevata frequenza momenti per essere connessi;
• crescente urgenza di normalizzare lo stato di benessere con incremento progressivo del tempo di connessione;
• incapacità di smettere di utilizzare tali strumenti;
• astinenza che genera stati di irritabilità, agitazione o malessere;
• modificazioni dell’umore e bisogno di evitare emozioni spiacevoli;
• compromissione della componente socio – relazionale.
Il mutamento del comportamento umano è rilevante ed evidente. È consuetudine interagire sui Social Media ovunque e con lo smartphone in mano camminare per strada, andare in ascensore, al ristorante, durante le pause di lavoro o delle lezioni, nelle sale d’attesa. È un modo come un altro per riempire frammenti di tempo.
È altresì noto quanto il loro abuso possa ledere gravemente le relazioni, deteriorando persino i rapporti familiari più intimi, erodendo il tempo al dialogo, al sorriso, al piacevole scambio di un segno di affetto.
Possono persino essere causa di un alone di dubbio nei confronti di coloro che ne fanno un uso quasi celato, che fa venir meno la fiducia, presumendo l’insorgenza di contatti occasionali per qualche scappatella, amicizie troppo intime, amori passati ritrovati online.
Le cause di separazione e divorzio addensano sempre più le aule dei tribunali di prove da ciber-tradimento e la portata del fenomeno è in crescita.
Non sono certo da demonizzare. Fanno parte del progresso tecnologico che ha determinato il balzo evolutivo della comunicazione e del comportamento sociale. Ma riflettere sul diffuso eccesso di tempo sottratto alla vita destinandolo allo pseudo-isolamento è probabilmente utile.
Autore Adriano Cerardi
Adriano Cerardi, esperto di sistemi informatici, consultant manager e program manager. Esperto di analisi di processo e analisi delle performance per la misurazione e controllo del feedback per l’ottimizzazione del Customer Service e della qualità del servizio. Ha ricoperto incarichi presso primarie multinazionali in vari Paesi europei e del mondo, tra cui Algeria, Sud Africa, USA, Israele. Ha seguito un percorso di formazione al Giornalismo e ha curato la pubblicazione di inchieste sulla condizione sociale e tecnologia dell'informazione.