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Vigone (TO), nuova Panchina d’Artista e doppia personale di Coco Cano

Coco Cano


Inaugurazione il 13 ottobre

Riceviamo e pubblichiamo.

L’artista prescelto per la XII edizione di ‘Panchine d’Artista’, il progetto culturale per la promozione dell’arte contemporanea all’interno degli spazi pubblici della Città di Vigone (TO), è Coco Cano.

Uruguayano di nascita (Montevideo, 1952), ma con un cuore enorme rivolto al Piemonte, che lo accolse giovanissimo

… quando la dittatura militare degli anni 70 costringe l’artista all’esilio in Europa, come tanti altri connazionali, per non finire nelle liste infinite di desaparecidos

ci ricorda il figlio e curatore Federico Cano Correa.

Così Paolo Pasquetti, Presidente dell’Associazione che da anni si impegna per far conoscere l’arte contemporanea attraverso panchine ideate da artisti di valenza internazionale, presenta il protagonista del 2023:

Quest’anno, la sua opera, ‘Vida’ è una panchina gioiosa, idea di unione, e che riassume la ‘Vita’ che si intrecciava nelle vicinanze della storica ferrovia Airasca – Saluzzo.

L’opera si specchia infatti verso l’ex Casello ferroviario numero 9, ne amplia l’idea dinamica di accoglienza e ci regala un progetto di rigenerazione urbana unico in Piemonte grazie, in primo luogo, a ‘I Colori dell’Anima’ dell’artista uruguayano, che troveremo anche nella mostra monografica aperta sino al prossimo 17 dicembre.

Dichiara Fabio Cerato, Sindaco di Vigone, cittadina ormai meta di curiosi e appassionati di arte contemporanea:

Come ormai di consueto, infatti, anche Coco Cano è chiamato a un duplice, quest’anno triplice, compito: realizzare una panchina/scultura che rimarrà patrimonio pubblico cittadino e allestire una mostra personale, che per l’edizione in corso si sdoppia eccezionalmente in due location: l’ex casello ferroviario appena riqualificato grazie alla performance del medesimo artista con un folto numero di volontari vigonesi e la barocca Chiesa del Gesù di Piazza Michele Baretta, dove Coco presenterà una raffinata selezione dei suoi lavori.

La panchina ‘Vida’ e la nuova veste del rinato Casello ferroviario, che diventerà sede dell’Associazione Vigonechecorre, saranno svelati al pubblico venerdì 13 ottobre.

Racconta il critico Tonino Rivolo:

A Vigone in mostra troveremo i veri colori dell’anima di Coco Cano.

Lì si irradia a raggiera sulle pareti interne dell’antico edificio religioso barocco una sfavillante ed ammaliante geometria cromatica che rivitalizza quegli spazi e cattura lo sguardo dei visitatori.

I singoli colori di fondo dei vari campi verticali, resi netti e riconoscibili, delimitano grandi insiemi all’interno dei quali le singole opere di Coco Cano creano una composizione a mosaico, la quale complessivamente genera a sua volta una sorta di moderna quadreria.

Come avveniva nelle residenze nobiliari del passato, ma dove le personalità del casato e le visioni paesaggistiche sono ora sostituite da squarci di narrazione su tela di Coco Cano, che le raduna per assonanze cromatiche o associazioni segniche e le pone sui vari fondali a tinte unite.

I colori nel percorso creativo dell’artista uruguaiano hanno infatti un’importanza ed un ruolo essenziali, perché ognuno di essi è l’immagine percettiva ed immaginifica di un significato più profondo che scava con acutezza nelle differenti sfaccettature del vivere e le rende manifeste con un tessuto cromatico composito, ma nitido nella capacità comunicativa. Con un obiettivo sottinteso: svelare appieno i palpiti dell’anima.

La mostra, organizzata dall’Associazione Panchine d’Artista e dalla Città di Vigone, con il contributo della Regione Piemonte e il sostegno di Fondazione CRT, è accompagnata da un catalogo bilingue, italiano/inglese, che sarà pubblicato durante la mostra, aperta sino al prossimo 17 dicembre, con curatela di Federico Cano Correa e testo critico di Tonino Rivolo.

Informazioni

Inaugurazione nuova ‘Panchina d’Artista’ ‘Vida’, Area verde dei viali di Piazza Clemente Corte: venerdì 13 ottobre 2023, ore 19:00

A seguire:

Apertura mostra di bozzetti, disegni e dipinti per la riqualificazione dell’ex casello ferroviario, lungo la pista ciclabile.

Vernissage personale ‘I colori dell’anima’ presso la Chiesa del Gesù, piazza Michele Baretta
Date mostra: sabato 14 e domenica 15 ottobre: 10:30 – 12:30 / 14:00 – 19:00
Nei weekend successivi, fino al 17 dicembre 2023: sabato, 15:00 – 18:00, domenica, 10:30 – 12:30 / 15:00 – 18:00. Giorni feriali: su appuntamento 011.9804269 – int. 211. Sono previste visite guidate per gli istituti scolastici.

Catalogo: in mostra, con testi critici di Federico Cano Correa e Tonino Rivolo

Contatti: info@panchinedartista.it / www.panchinedartista.it

L’Artista

Coco Cano
è nato a Montevideo, Uruguay, nel 1952. Dopo gli studi secondari entra all’Accademia Nazionale delle Belle Arti di Montevideo.
Nel 1970 dà vita al ‘Taller Tacuabé’, un laboratorio sperimentale nel quale sviluppa ricerche in svariati campi, dalla ceramica al cuoio, dal legno alla cartapesta, ai tessuti, fino alla grafica e alla pittura.

Successivamente si dedica alla tessitura con il telaio ed apre un piccolo atelier, ‘Telar’, dove sviluppa le ricerche sul colore e sulle forme, ispirandosi alla tradizione indigena sudamericana. Contemporaneamente alla tessitura continua la ricerca grafica, utilizzando sistemi rudimentali e tecniche molto semplici, colori naturali e materiali poveri.

Nel 1973, Coco Cano, come molte migliaia di uruguaiani, lascia il suo paese. Si trasferisce a Buenos Aires, Argentina, dove continua il suo lavoro nel campo dei tessuti e della grafica. Nel 1976 arriva in Spagna e si stabilisce a Barcellona.

Spinto dal desiderio di conoscere, va in Francia e successivamente in Olanda, in Germania e in Italia. Si ferma a Torino, studia grafica e fotografia. Ha pubblicato fiabe illustrate per bambini e piccoli libri da collezione. Lavora anche nel campo del design e dell’arredamento realizzando lavori in vetro, ceramica e ferro.
Attualmente vive e lavora tra Carmagnola e Montevideo.

I precedenti eventi espositivi del progetto culturale ‘Panchine d’Artista’ hanno coinvolto:
• Elio Garis, 2011, con la prima seduta, ‘Senza Titolo’, in lamiera laccata arancione
• Luisa Valentini, 2012 con ‘Erbario’, in ferro e inserti in vetro
• Luigi Mainolfi, 2013, con ‘Per Quelli Che Volano’, in ferro smaltato oro
• Riccardo Cordero, 2014, con ‘Sotto l’arco rosso’, in ferro smaltato rosso
• Giuseppe Maraniello, 2015, con ‘Il bianco nell’ombra’, in ferro smaltato bianco
• Fabio Viale, 2016, con ‘PANKA’, in marmo bianco di Carrara
• Marina Sasso, 2017, con ‘Geometrie di natura’, in acciaio inox
• Nicola Bolla, 2018, con ‘Pandora’s Box’, sacchi di spazzatura fusi in alluminio nero
• Enzo Bersezio, 2019, con ‘Legno Acciaio Numeri Primi’, in legno sbiancato e acciaio corten
• Carlo D’Oria, 2019, con ‘Aquae mundi, pietre di fiume e tondini’, in acciaio
• Grazia Toderi e Gilberto Zorio, 2021, con ‘G – Osservatorio’, cemento rosso, pietra di Luserna, resina, fosforo, proiezione video
• Jessica Rosalind Carroll, 2022, con ‘Ape che beve’, blocco in pietra di Luserna e fusione in bronzo

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