Come Winnie the Pooh esistono migliaia di personaggi letterari e cinematografici che hanno accompagnato l’infanzia di generazioni di bambini e in alcuni casi la loro genesi è talmente straordinaria da meritare di essere raccontata… storie vere affascinanti tanto da sembrare leggende.
Proprio come quella narrata in ‘Vi presento Christopher Robin’, l’emozionante pellicola diretta da Simon Curtis – ‘Marilyn’, ‘Woman in Gold’ – che ha riportato sul grande schermo l’intima storia dello scrittore inglese A. A. Milne, interpretato da Domhnall Gleeson, e di suo figlio Christopher Robin, Will Tilston, i cui giocattoli hanno stimolato la fantasia e l’estro creativo del padre che per lui e poi per milioni di bambini ha dato vita all’animato e incantato mondo di “Winnie the Pooh”, il celebre orsacchiotto che nel Bosco dei Cento Acri è stato protagonista di molteplici storie in compagnia del gruppo di amici fidati: l’asinello Ih-Oh, il maialino Pimpi, il saltellante Tigro, ed il coniglio Tappo.
Dopo aver letto la sceneggiatura – scritta a quattro mani da Frank Cottrell e Boycesimon Vaughans – il regista Curtis ne è rimasto affascinato:
Il testo comprendeva tante questioni che mi stanno davvero a cuore: si parlava dell’essere genitori e di avere figli, e ancora di lasciarli andare. Era una storia che riguardava l’Inghilterra tra le due guerre, un momento così importante, e al tempo stesso l’atto di creazione di una delle storie più amate di sempre.
La fortuna di questi racconti fu dovuta soprattutto alla necessità di ripresa della popolazione inglese in seguito alla fine del primo conflitto mondiale; molti lettori si appassionarono alle vicende incantevoli e piene di speranza racchiuse nelle fantasiose storie di Milne. Proprio il successo mondiale travolse l’intera famiglia di Christopher, tra cui la moglie Daphne, Margot Robbie, e la sua tata Olive, Kelly Macdonald, mettendo in discussione gli equilibri del piccolo Christopher e dei suoi cari.
Il film alterna i momenti tristi e tragici del dopoguerra a quelli a dir poco magici della scoperta di un mondo fantastico da poter raccontare per ridare speranza a chi aveva ancora negli occhi immagini di morte e distruzione; eppure sono le scene di ambito familiare quelle di maggior presa, sia per le discussioni coinvolgenti riguardanti l’idea dell’orsacchiotto che viene fuori grazie ai giocattoli, sia per le domande e i dubbi del bambino a cui non sempre gli adulti riescono a dare risposte convincenti… e di grande attualità – nonostante sia una storia ambientata tra le due guerre mondiali – il momento in cui la famiglia viene travolta da un successo talmente improvviso da renderne difficile la gestione.
Pregevoli le interpretazioni di un cast che trova nella ottima Margot Robbie, brava non solo bella!, e nel piccolo Will Tilston, due piacevoli sorprese.
Autore Paco De Renzis
Nato tra le braccia di Partenope e cresciuto alle falde del Vesuvio, inguaribile cinefilo dalla tenera età… per "colpa" delle visioni premature de 'Il Padrino' e della 'Trilogia del Dollaro' di Sergio Leone. Indole e animo partenopeo lo rendono fiero conterraneo di Totò e Troisi come di Francesco Rosi e Paolo Sorrentino. L’unico film che ancora detiene il record per averlo fatto addormentare al cinema è 'Il Signore degli Anelli', ma Tolkien comparendogli in sogno lo ha già perdonato dicendogli che per sua fortuna lui è morto molto tempo prima di vederlo. Da quando scrive della Settima Arte ha come missione la diffusione dei film del passato e "spingere" la gente ad andare al Cinema stimolandone la curiosità attraverso i suoi articoli… ma visto i dati sconfortanti degli incassi negli ultimi anni pare il suo impegno stia avendo esattamente l’effetto contrario. Incurante della povertà dei botteghini, vagamente preoccupato per le sue tasche vuote, imperterrito continua la missione da giornalista pubblicista.