LA CHIAVE TATTICA. Garcia si è affidato al collaudato 4-3-3, schierando un tridente offensivo veloce e devastante, con Totti, eterno “pupone”, alle spalle di Ljiajic e di Gervinho: nonostante l’assenza di una prima punta pura, proprio Gervighno, come ci ha abituato quest’anno, su un assist di Totti ha bruciato in velocità Réveillère, aprendo le danze per i giallorossi. La squadra di Garcia ha mostrato compattezza e grande solidità a centrocampo: nella prima frazione della gara De Rossi, Nainggolan e Strootman hanno dettato legge e dominato il centrocampo. La prodezza dell’olandese, che ha centrato con un bolide l’incrocio dei pali, è già negli annali del calcio.
Ma veniamo al Napoli. La difesa azzurra ancora una volta è sul banco degli imputati: stavolta evita errori individuali grossolani ma mostra scarsa copertura sugli esterni. Nessuno si era illuso che Réveillère avrebbe vissuto una seconda giovinezza calcistica come Totti, ma non si può tacere che con eccessiva facilità si è lasciato bruciare da Gervinho in occasione del primo gol. Anche se l‘”aiutino” alla moviola si vede, non si invochi a discolpa del francese il millimetrico fuorigioco del brasiliano! Molto più attento si è, invece, rivelato Ghoulam, subentrato nel primo tempo in sostituzione del francese, che ha risentito troppo presto delle incursioni degli attaccanti romanisti. Ha mostrato anche un ottimo e potentissimo sinistro, che qualcuno ha paragonato a quello di Roberto Carlos. Sull’altra corsia del campo Maggio, in evidente affanno in più occasioni, non ha di certo brillato più del collega Réveillère.
Confrontato a quello della Roma, il centrocampo azzurro è apparso nettamente inferiore: dai piedi di Inler non è mai nata mai alcuna azione pericolosa; Jorginho ha giocato in posizione troppo arretrata e, infatti, ha iniziato a mostrare le sue qualità in fase propositiva solo quando con l’ingresso di Behrami è avanzato sulla trequarti; Hamšik, da tanti considerato il primo vero “acquisto” del calciomervato invernale, è stato ancora una volta poco incisivo. È chiaro che il modulo offensivo di Benitez, con tre uomini alle spalle di Higuaín, mette in affanno gli esterni difensivi e la mediana, che non riesce bene né a proteggere la difesa né a supportare la manovra offensiva. Meraviglia l’insistenza di Benitez in un credo tattico che, se è vero che da un lato ha finalmente allontanato quell’atteggiamento timoroso da provinciale di cui la squadra sembrava soffrire nelle ultime stagioni, consente agli avversari di arrivare al tiro in troppe occasioni. Il tecnico spagnolo, in virtù del curriculum internazionale, senza dubbio invidiabile, ha finora avuto carta bianca, ma il campo non pare avergli dato ragione. Durante l’intervallo, inoltre, non è bastato il celebrato carisma del tecnico per caricare gli azzurri: il presidente De Laurentiis è sceso negli spogliatoi per suonare la carica. Forse è sintomo che a Benitez, complici gli scarsi risultati, inizia a sfuggire dalle mani il controllo dello spogliatoio e di una non rosea situazione?
VERSO LA GARA DI RITORNO. Quali sono i pronostici per il ritorno che si giocherà mercoledì prossimo al S. Paolo? La fame di vittoria che anima gli uomini di Garcia è davvero grande. Quando sembrava che gli azzurri potessero portare a casa il prezioso pareggio – Benitez stranamente aveva pensato a coprirsi inserendo Behrami per Higuaín– la Roma, unica squadra che in campionato può ancora tenere testa all’invincibile armata di Conte, ci ha creduto e ha meritatamente trovato il gol della vittoria nel finale con Gervinho.
Più difficile è prevedere come arriverà alla sfida di mercoledì il Napoli, di cui bisogna constatare l’incostanza nei risultati perfino al S. Paolo. Se aggiungiamo anche l’esigenza di turn over (“mazzariano”?) nella prossima gara di campionato contro il Milan, Benitez avrà non pochi grattacapi.
Carmelo Cutolo
Autore Carmelo Cutolo
Carmelo Cutolo, giornalista pubblicista, dottore di ricerca in Filologia classica, docente di lettere nelle scuole di secondo grado, appassionato di poesia, di ciclismo e di calcio.