Il Verona batte il Napoli al Bentegodi con un netto 2-0. Toni firma una splendida doppietta, confermando, a discapito dell’età, il suo momento di forma. Per gli azzurri si complica il cammino verso la Champions: adesso sarà non solo più difficile raggiungere la Roma, che stasera ospiterà la Sampdoria , ma la lotta al terzo posto con Lazio e Fiorentina, entrambe vincenti rispettivamente contro il Torino all’Olimpico (0-2) e contro il Milan al Franchi (2-1), si annuncia ancora più accesa.
È irriconoscibile il Napoli sceso in campo al Bentegodi: regala il primo tempo agli avversari, protagonisti di una bella gara giocata con grande intensità. Il pressing a centrocampo annulla qualsiasi iniziativa degli azzurri, che nella prima frazione di gioco sono incapaci di creare azioni pericolose. Come se non bastesse l’atteggiamento remissivo ed arrendevole, Benitez ha la brillante idea di lasciare in panchina Higuaín, reduce dalla tripletta in Europa League a spese della Dinamo Mosca, e Gabbiadini. L’argentino e il bergamasco, entrati solo nella ripresa, quando ormai il risultato, sul 2-0 per i padroni di casa, era compromesso, non riescono ad incidere. L’occasione più pericolosa per gli azzurri parte comunque proprio dai piedi di Gabbiadini: il suo siluro, che avrebbe potuto riaprire la gara, si stampa sulla traversa.
La disfatta di Verona mette di nuovo in evidenza i limiti della squadra azzurra: difesa disattenta e incapace di arginare la prepotenza fisica di Toni, come in occasione del primo gol; centrocampo povero di idee ed incapace di proteggere la difesa; attaccanti isolati, non supportati dalla squadra.
A questo punto della stagione diventa davvero difficile comprendere i motivi dell’andamento altalenante della squadra. Dopo quasi due anni di gestione Benitez, restano inspiegabili le prestazioni imbarazzanti della difesa. Siamo sicuri che sia solo una questione di uomini o la causa delle amnesie difensive va piuttosto ricercata nella mancanza di equilibrio tattico?
Non vogliamo essere disfattisti, perché la squadra in vari momenti della stagione ha dato prova di forza giocando ottime gare. Il problema è la continuità: pare che gli azzurri siano incapaci di inanellare 4-5 risultati positivi consecutivi. Sembra chiaro che alla base delle prestazioni opache ci siano non solo motivazioni tattiche: in fondo, anche la squadra scesa ieri in campo sulla carta era superiore al Verona. Al Napoli manca mentalità e, forse, anche umiltà: Benitez, lasciando in panchina Higuaín, l’uomo al momento più in forma tra gli azzurri, sembra quasi aver lasciato intendere alla squadra che la gara di Verona sarebbe stata una formalità. Tale si è rivelata, ma per gli scaligeri.
Con un atteggiamento così arrendevole il ritorno di Europa League in terra russa rischia di trasformarsi in una disfatta napoleonica. Considerando che in EL non vi sono, almeno sulla carta, squadre più attrezzate del Napoli, la coppa, tanto bistrattata dalle italiane negli ultimi anni, potrebbe rivelarsi il vero obiettivo della stagione azzurra. Tra l’altro, vista la concorrenza in campionato per il terzo posto, potrebbe diventare anche l’unico modo per guadagnarsi un posto alla prossima Champions.
Carmelo Cutolo
Autore Carmelo Cutolo
Carmelo Cutolo, giornalista pubblicista, dottore di ricerca in Filologia classica, docente di lettere nelle scuole di secondo grado, appassionato di poesia, di ciclismo e di calcio.