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Ventura su salvaguardia patrimonio ittico del Lago di Garda

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Il Consigliere: ‘Sanificazione degli scafi soluzione per evitare contaminazioni’

Riceviamo e pubblichiamo.

Si è tenuta oggi l’audizione congiunta con la V Commissione ‘Territorio, infrastrutture e mobilità’ in merito al PDL n. 63 ‘Modifiche alla legge regionale 14 luglio 2009, n. 11 – ‘Testo unico delle leggi regionali in materia di trasporti’, e alla legge regionale 5 dicembre 2008, n. 31 – ‘Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale” con il Consigliere regionale e presentatore del progetto di legge in Veneto; il Presidente della Commissione Politiche del territorio, infrastrutture, trasporti e lavori pubblici, politiche dell’ambiente, difesa del suolo, cave, torbiere e miniere del Consiglio regionale del Veneto; il Presidente della Comunità del Garda; il Presidente di Federalberghi Garda; il Comandante Nucleo Mezzi Navali Guardia Costiera Lago di Garda e ARPA Lombardia.

Il Presidente della IV Commissione Attività produttive, Consigliere regionale, FdI, Marcello Ventura, ha così commentato:

Nel merito la finalità primaria della legge è quella della salvaguardia e della tutela della pesca e del patrimonio ittico del Lago di Garda, la cui popolazione risulta a rischio di estinzione a causa dell’immissione di organismi alieni di provenienza extralacuale, 44 specie ad oggi, che possono essere importati attraverso le carene delle imbarcazioni a motore.

Di fatto, dagli studi più recenti è emersa la presenza di quarantatré specie aliene tra pesci, bivalvi, alghe e macrofite provenienti da altri bacini nazionali ed internazionali, alcune delle quali caratterizzate da elevata invasività.

A tal fine sia prevista anche la vernice antivegetativa, per una corretta manutenzione anche dei carrelli, tale proposta, peraltro, condivisa in sede di audizione e che verrà inserita nel progetto di legge.

Di fatto, la legge risponde all’esigenza improrogabile di preservare le specie autoctone e la biodiversità lacustre dall’ingresso di ulteriori organismi attraverso la sanificazione delle carene e dei motori delle imbarcazioni, con metodi la cui efficacia è garantita da ampia letteratura scientifica, totalmente ecologici, senza l’utilizzo di solventi e senza danneggiamento delle superfici.

Ha concluso Ventura:

Ora bisogna capire costi e benefici nonché l’iter più idoneo per arrivare a definire un quadro dettagliato e con condizioni di applicabilità sulla scorta dell’esperienza veneta.

La sanificazione delle carene costituisce quindi una soluzione pratica, satisfattiva della prescrizione di cui al comma 5 dell’art. 138 della l.r. 31/2008, con cui si dispone il compimento di tutte le azioni finalizzate a prevenire l’introduzione ed a limitare la diffusione delle specie alloctone invasive.