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Venezuela. Llano del Hato, tra le stelle dei due emisferi

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Osservatorio Astronomico Llano del Hato


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In viaggio verso l’Observatorio Astronómico Nacional de Llano del Hato, che, a quota 3.600 metri, è tra i più alti del mondo e dall’Equatore può immergersi tra le stelle a vista di due emisferi

Tra le bellezze che il Venezuela offre c’è il Centro de Investigaciones de Astronomía Francisco J. Duarte, CIDA, Osservatorio Astronomico Nazionale di Llano del Hato, accogliente cittadina che si trova nel comune di Rangel, nello Stato di Mérida, e dista circa 70 km dall’omonima città di Mérida.

Situato sul versante orientale del Cerro Portachuelo, ad un’altitudine di 3.600 metri sul livello del mare, è uno degli osservatori alla più alta quota del mondo. Gestito dal Centro Ricerche Astronomiche per gli studi scientifici, è costituito da quattro cupole, ciascuna con un telescopio. Ospita un museo e le residenze per gli scienziati.

È il più grande complesso di studio tra quelli che operano vicino alla linea dell’Equatore e, per la sua posizione, ha il vantaggio di poter esaminare entrambi gli emisferi. Le temperature medie diurne sono circa di 15°C, che, di notte, possono raggiungere i 2°C, e la caduta di nevischio è molto comune.

Per raggiungerlo si compie un lungo viaggio immersi nel variegato paesaggio dal mare alla cordigliera andina. Lasciato l’aeroporto Maiquetía di Caracas si prosegue in direzione Sud-Ovest verso Maracay, importante centro culturale per la presenza delle facoltà universitarie di Botanica e Veterinaria, teatri e musei, tra i quali quello Aeronautico, posto nelle vicinanze del principale aeroporto militare di Palo Negro.

Costeggiando il Lago di Valencia si arriva alla città omonima, nello stato di Carabobo, che ha particolare rilevanza storica, poiché il 24 giugno 1821 vi si svolse la Battaglia di Carabobo, una delle maggiori combattute dall’esercito indipendentista venezuelano contro quello reale spagnolo, che determinò la liberazione di Caracas e, successivamente, del Paese, dopo l’espulsione degli iberici a seguito di altri sanguinosi scontri.

Inoltrandosi sempre più a Sud-Ovest, giunti a Campo de Carabobo si continua in direzione Araure – Acarigua, nello Stato di Portuguesa, due città adiacenti, il cui confine è tracciato da una sola strada urbana e che, per tale vicinanza e somiglianza, si distinguono nel Guinnes del mondo per le Twings – City. Ad Araure ha avuto luogo un cruento scontro per la liberazione del Venezuela a cui ha partecipato Simón Bolívar.

Avanzando per 173 km verso Barinas, nello Stato di identico nome, si devia poi a destra, per 109 km, in direzione Ovest verso Llano del Hato, nello Stato di Mérida. Lungo il tragitto si attraversano paesini di antica tradizione e la carreggiata stradale, in alcuni punti, si riduce ad un solo veicolo, tagliando in due i villaggi di piccole case di vari colori, che rendono i centri abitati un caleidoscopio talvolta frammentato da una piazzetta con un mercatino di variopinti oggetti e profumi di erbe aromatiche.

Rilevante la pericolosità della strada Barinas – Mèrida, 160 km privi di manutenzione. Taglia la Cordigliera Andina che, in caso di pioggia, dal lato a monte scarica grandi massi con caduta di alberi e arbusti e dal lato verso valle apre grandi voragini, rigorosamente non segnalate, le quali, se non viste per tempo, comportano la certa caduta del mezzo lungo scarpate di 200 o 300 metri a pendenza 65 – 70%.

Ma non solo. La strada è frammentata da ampi tratti privi di asfalto con profonde buche che sfidano la resistenza degli ammortizzatori. Infine, altro fattore di importante rischio, la spericolata guida dei conducenti locali, i quali, un po’ perché conoscono palmo a palmo la zona e un po’ perché, probabilmente, hanno una certa difettosità nella cognizione e di coscienza, procedono a circa 90 o 100 km/h su di un tracciato che, a mala pena, consente 30 o 40 km/h.

Pertanto, coloro che, con buona probabilità, intendono arrivare vivi alla splendida città di Mèrida, nel centro della Cordigliera Andina venezuelana, impiegano 4 o 5 ore per 160 km di percorrenza.

Per raggiungere Lano del Hato è d’obbligo la tappa a San Rafael de Mucuchíes, un piccolo villaggio, il più alto del Venezuela, situato su un altopiano delle Ande a 3.140 metri sul livello del mare, nella Sierra de Santo Domingo, circondato da cime alte, tutte oltre i 4.000 metri, che si specchiano in laghi azzurri come il cielo.

Il paese è una perla di spiritualità d’alta quota tra monti che la racchiudono come uno scrigno all’interno del quale si erge una piccola chiesa, la Capilla de San Rafael de Mucuchíes, dedicata alla Nuestra Señora de Coromoto.

La chiesetta è stata costruita da Juan Félix Sánchez, architetto ed artista venezuelano vissuto dal 1900 al 1997, uomo eclettico dotato di grande talento, che si è distinto come agricoltore, scultore e politico in giunta comunale, presieduta nel periodo 1929 – 1933, occupandosi della messa in funzione di una turbina di energia elettrica per il villaggio.

La Capilla de Piedra, come viene chiamata, costruita tra il 1980 e 1984 con pietre, conchiglie, coralli è stata dichiarata patrimonio culturale del Venezuela. L’uso limitato del cemento lascia trasparire il capolavoro statico degli archi sovrastanti le pareti perimetrali di facciata, che si oppongono alla forza di gravità con la perfezione della pietra di colmo ad arco di cerchio ai cui lati si appoggiano le arcate laterali.

Da San Rafael de Mucuchíes si vedono le 4 cupole dell’Osservatorio Astronomico Nazionale di Llano De Hato, a soli 15 km di strada. La zona in cui si trova l’Osservatorio Astronomico Nazionale è turistica ed è a pochi minuti da Pico El Aguila e dalla Laguna di Mucubaji, splendido lago incastonato tra la Cordigliera Andina.

È aperto al pubblico 180 giorni all’anno, inclusi il sabato, le festività natalizie, Capodanno, Pasqua e in agosto, in orari che variano in relazione al calendario delle osservazioni scientifiche.

Il Centro Astrofisico affronta i temi fondamentali quali l’origine del nostro pianeta e del Sistema Solare, come si è formata la nostra Galassia e qual è il nostro posto nell’Universo. Le osservazioni astronomiche notturne sono effettuate durante tutto l’anno.

Inevitabile la tappa per la visita all’Osservatorio Astronomico con le 4 cupole che si ergono fiere sulla cima del monte, raggiunte le quali si aprono le porte del cielo verso due emisferi visibili solamente dal punto di osservazione tropicale.

Cordialmente accolti dall’équipe scientifica dedita alla ricerca Astrofisica, il viaggio prosegue…

 

Autore Adriano Cerardi

Adriano Cerardi, esperto di sistemi informatici, consultant manager e program manager. Esperto di analisi di processo e analisi delle performance per la misurazione e controllo del feedback per l’ottimizzazione del Customer Service e della qualità del servizio. Ha ricoperto incarichi presso primarie multinazionali in vari Paesi europei e del mondo, tra cui Algeria, Sud Africa, USA, Israele. Ha seguito un percorso di formazione al Giornalismo e ha curato la pubblicazione di inchieste sulla condizione sociale e tecnologia dell'informazione.