L’attrice racconta in anteprima ad ExPartibus la sua nuova avventura televisiva
Prenderà il via domenica 18 febbraio, ore 21:10, su Canale 5 la seconda stagione della fortunata fiction ‘Furore’ diretta da Alessio Inturri e prodotta da Ares/Mediaset. L’attesissimo esordio di ‘Furore – Capitolo secondo’, in onda dopo quattro anni dall’ultima puntata della prima serie, è ambientato, ricordiamo, in pieno boom economico a Lido Ligure (SV). Protagonista la famiglia Licata, che da un piccolo paese della Sicilia è emigrata al nord e si trova alle prese con una serie di difficoltà legate a pregiudizi, differenze sociali, mancanza di lavoro.
Cast in parte rinnovato, con l’uscita di scena di Giuliana De Sio, Stefano Dionisi e Sergio Arcuri e l’ingresso di Vanessa Gravina, Remo Girone, Giusi Cataldo, Domiziana Giovinazzo, Francesco Monte, Laura Torrisi, Alex Belli, Lorenzo Flaherty, Anna Maria Malipiero e Alessandra Barzaghi. Riconfermati, invece, Massimiliano Morra, Adua Del Vesco, Francesco Ferdinandi, Raffaella Di Caprio e Francesco Testi.
E proprio alla bravissima Vanessa Gravina, sempre dolcissima, disponibile e prodiga di particolari, chiediamo di parlarci di questa imminente avventura televisiva.
Raccontaci di ‘Furore – Capitolo secondo’ e della tua Yvonne.
La storia è ambientata in Liguria a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, ma ci sono anche molti flashback per cui si torna anche nell’immediato dopoguerra ai primi anni ’40.
Il plot si basa sulla difficoltà degli emigrati meridionali al nord che hanno problemi ad integrarsi per un forte razzismo da parte di alcuni nei confronti della “minoranza” e dei relativi disagi sociali, con vicende sentimentali, uno sfondo noir, di suspense, incontri-scontri, interessi economici in ballo, intrecci, ma ciò che è notevole è il racconto fedele della storia socio-economica dell’Italia di quegli anni in chiave romanzata.
Yvonne mi piace moltissimo, parte in sordina nella prima puntata e va in crescendo fino ad assumere un ruolo chiave all’interno dell’intera trama nel corso delle otto puntate.
Misteriosa, affascinante e piena di segreti, ha una formazione apparentemente borghese e gestisce uno degli alberghi più lussuosi della zona, ma in realtà ha iniziato a lavorare facendo la cameriera.È un personaggio decisamente positivo, vittima a sua volta di un sistema, una donna estremamente umana, che ha dietro un vissuto significativo. Non posso ovviamente entrare troppo nel dettaglio, ma la sua storyline è legata al gruppo dei personaggi interpretati da Remo Girone e Francesco Ferdinandi, che nella serie è mio figlio.
Come ti sei preparata per entrare nella parte?
Ho affrontato un ruolo opposto rispetto ai miei soliti ed è stato molto divertente e stimolante: non una donna che sa ammaliare, ma una sottotono, che, proprio per questo, ha una luce sua fortissima.
Yvonne ha quindici anni in più rispetto a me e, se vogliamo, il mio è un invecchiamento anche un po’ teatrale, mentale, che ha una verosimiglianza dal capello grigio all’assenza quasi totale di trucco. Invecchiare in qualche modo un personaggio significa restituirgli un colore di voce, un tipo di attitudine particolare, non basta infilarsi una parrucca per sembrare più grande o avere un maquillage minimo.
Il camouflage è stato fisico, ma soprattutto interiore perché sono dovuta entrare nella modalità di una donna divenuta madre giovanissima che ora ha un figlio adulto, che ha fatto la gavetta e ha vissuto delle situazioni di grandi contrasti ed ingiustizie.
Mi sono preparata mentalmente, perché poi non si tratta di un personaggio con un mestiere specifico o magari con una patologia che mi potesse in qualche modo trasferire un metodo.Credo in questi casi occorra andare in sottrazione, asciugare anche il colore delle espressioni, la temperatura vocale per avere non il pathos dell’età matura, ma la sintesi del sentimento che evolve e che diventa, quindi, una saggezza in più.
Ho guardato alcune scene doppiate e sono rimasta molto colpita perché mi sono vista diversa, diversa anche nella semplicità dell’incedere, nella pulizia dell’azione, senza dover rappresentare un ideale di bellezza femminile, quanto piuttosto una donna fragile, alle prese con la sua esistenza, che è completamente in contrasto con ciò che invece deve rappresentare e che risulta, quindi, un personaggio complesso, dalle mille sfaccettature.
Trovo che il titolo ‘Furore’ calzi perfettamente addosso a questa serie, perché effettivamente dai dialoghi, dall’incedere dei personaggi, dal modo in cui le persone vivono le situazioni, sia quelle dei disagi sociali che della trama e degli intrecci dei sentimenti, si percepisce una sensazione di rabbia fortissima che ognuno di loro, per motivi diversi, ha al suo interno, che rimanda a condizioni umane, torti subiti, abbandoni, lutti, all’emigrazione stessa.
Ho provato subito questa sensazione, quasi istintiva, primigenia, di furore interiore, di movimento continuo simile a quello delle onde del mare, altro elemento sempre presente dato che la fiction è ambientata in Liguria.
All’interno di queste anime c’è una condizione di fermento simile ad un cuore pulsante, ad un furore appunto. Ciascuno di loro porta dentro un grande sacrificio, una ferita profonda non rimarginata, ma si riscatta compiendo un atto eroico e questo accade perfino al cattivo.
Quanto sono durate le riprese e dove avete girato?
In totale sono durate molti mesi, dall’estate al dicembre 2016, il clima non ci ha agevolato affatto per gli esterni, siamo passati da un caldo infernale ad un freddo gelido, ma fondamentalmente ci siamo abituati.
Personalmente ho girato a Roma e dintorni, posti di mare compresi, fino ai Castelli Romani.
A Grottaferrata abbiamo trovato la splendida villa che è diventata poi l’albergo della mia Yvonne. Le ricostruzioni storiche sono state fatte molto bene anche perché occorreva rispecchiare quel periodo in modo corretto e non era facile.
E grazie a ‘Furore’ hai ritrovato amici di lunga data e colleghi di sempre…
Conosco Alberto Tarallo, il produttore di ‘Furore’, da molto tempo, abbiamo avuto un bellissimo rapporto di collaborazione anni fa, poi ci siamo ritrovati quando erano andate già in lavorazione le prime puntate de ‘Il bello delle donne’ e mi propose un ruolo di rottura, una donna omosessuale, Angela, che si intrometteva nelle dinamiche dei due personaggi femminili impersonate da Anna Galiena e Alessandra Martines.
Siamo poi rimasti in contatto finché lo sceneggiatore Teodosio Losito, persona straordinariamente creativa e competente, si è appassionato del mio lavoro ed è nata l’idea della mia Yvonne.
È stata una bellissima esperienza. È stato un piacere rincontrare Remo Girone, persona meravigliosa, oltre che grande professionista con cui ho lavorato prima nella quarta e quinta stagione de ‘La Piovra’, per poi ritrovarlo, con Claudio Bisio, nel film ‘Dietro la pianura’.
Un altro incontro splendido è stato con Angela Molina, grande attrice spagnola e donna stupenda. Ho rivisto con lo stesso entusiasmo tanti cari amici e bravi artisti come Massimo Bellinzoni, Elena Russo, Lorenzo Flaherty, Paolo Triestino, Paolo Bonacelli e tutti gli altri talentuosi attori.
Il lavoro svolto a vari livelli è stato notevole. Ci tengo a sottolineare quanto il bravissimo regista, Alessio Inturri, sia stato in grado di dirigere ottimamente il cast con dei tempi lunghi e dei ritmi serrati, con tanto materiale da consegnare; non solo non ha abbandonato mai la direzione degli attori, ma è stato attento a preservare un contesto totale di qualità.
C’è stata veramente tanta attenzione verso la serie e nulla è stato tralasciato: fotografia meravigliosa, cast valido, costumi d’epoca molto curati. Noi ce l’abbiamo messa tutta e spero che tutto traspaia dalla visione e che i telespettatori si appassionino a ‘Furore – Capitolo secondo’, come ho fatto io.
Si ringrazia lo Studio Lucherini Pignatelli di Roma per la gentile concessione delle foto.
Autore Lorenza Iuliano
Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.