Il tramonto del sogno dei mediocri
In rete, ormai da mesi, gira una frase che, ad una prima lettura sembra romantica.
Sono stati i nostri nonni con la quinta elementare a fare grande l’Italia, e questi sapientoni laureati corrotti, l’hanno distrutta.
Anonimo – Dal Web
Ci riporta alla mente gli anni della nostra infanzia, i momenti passati con i nonni, appunto. Giornate di sole ad illuminare un mondo che poi è andato avanti.
Saggi ignoranti, li potremmo definire secondo un verso di Guccini.
Cresciuto fra i saggi ignoranti di montagna
Che sapevano Dante a memoria e improvvisavano di poesia.
Francesco Guccini – Addio
Nostalgia. Tanta.
Ricordi. Infiniti.
Poi, quando la reazione emotiva comincia ad attenuarsi, si inizia a riflettere razionalmente sulle implicazioni di questa affermazione.
E si arriva alla conclusione che si tratta di una bugia, colossale quanto mistificatoria e pericolosa.
Se torniamo con la mente all’Italia del secondo dopoguerra, ridotta in macerie, dilaniata e in profonda crisi economica, e analizziamo l’evoluzione storica, politica e sociale del periodo, non fatichiamo a trovare i protagonisti del boom economico.
Ma no, non sono i nostri nonnini, quelli sì onesti, lavoratori impagabili, con i calli sulle mani e con due soldi d’elementari.
Non temiamo di infangarne la memoria, anche perché sarebbero stati d’accordo, ma sono stati gli asini da soma di quel Paese.
Non gli artefici.
Ciucce ‘e fatica, come li definiva e si definiva la mia buona nonna Maria, nella antica e nobile lingua napoletana.
Ma dunque, chi ha fatto l’Italia?
Proviamo a scorrere i Presidenti del Consiglio dal 1945 ad oggi.
Alcide De Gasperi, fino al 1953. Laureato in lettere, unanimemente definito uno dei più grandi statisti europei del XX secolo.
La parentesi di Giuseppe Pella, docente di Contabilità Nazionale alle Università di Roma e di Torino. Già Ministro delle finanze, del tesoro e dell’economia con De Gasperi.
Amintore Fanfani, che avrebbe retto ben sei governi. Docente di storia delle dottrine politiche presso Università Cattolica del Sacro Cuore. Presidente dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1965.
Mario Scelba. Giurista. Presidente del Parlamento europeo. Grazie a lui Trieste torna all’Italia.
Antonio Segni. Giurista. Rettore dell’Università di Sassari.
Adone Zoli. Avvocato.
Fernando Tambroni. Avvocato.
Giovanni Leone. Giurista. Docente universitario di diritto e procedura penale.
Aldo Moro. Giurista. Docente di Istituzioni di Diritto e Procedura penale presso l’Università di Roma La Sapienza.
Mariano Rumor. Insegnante di lettere.
Emilio Colombo. Giornalista.
Giulio Andreotti. Scrittore e giornalista.
Francesco Cossiga. Giurista. Docente di Diritto Costituzionale presso l’Università di Sassari.
Arnaldo Forlani. Giornalista.
Giovanni Spadolini. Storico. Docente di Storia Contemporanea all’Università di Firenze. Presidente dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici. Primo Presidente del Consiglio non democristiano dal 1945.
Bettino Craxi. Primo Presidente del Consiglio socialista. Non termina gli studi di scienze politiche perché già impegnato in politica.
Giovanni Goria. Laureato in economia.
Ciriaco De Mita. Laureato in giurisprudenza.
Ma anche statisti che non ebbero mai la Presidenza del Consiglio sono stati intellettuali di primissimo ordine.
I primi governi erano tutti a guida, se non monocolori DC. Questo non significa, però, che anche partiti come il PCI o l’MSI non avessero esponenti spicco.
Palmiro Togliatti. Giornalista. Economista. Giurista.
Enrico Berlinguer. Maturità classica.
Giorgio Almirante. Laureato in lettere. Giornalista.
Gianfranco Fini. Laureato in Pedagogia.
Di loro, sicuramente alcuni sarebbero stati i nonni che tutti avremmo voluto avere. Magari non gli stessi per ognuno, ma sicuramente nessuno di loro aveva come titolo di studio la quinta elementare.
Con loro, l’Italia entra nelle prime potenze economiche al mondo.
Al quinto posto come PIL nel 1987, dopo Stati Uniti, il Giappone, la Germania e Francia.
Nel 1990, secondo un rapporto di Business International, l’Italia diventa la quarta nazione più industrializzata del mondo dopo Stati Uniti, Giappone e Germania, superando Francia e Inghilterra.
Poi.
Poi arriva Mani pulite.
Quindi, posto che ci sembra inesatto che l’Italia l’abbiano fatta grande i nonni con la quinta elementare, continuiamo ad analizzare la frase che abbiamo preso in considerazione, soprattutto come punto di partenza per un discorso decisamente più complesso.
Se la prima parte ci sembra falsa, la seconda è vigliaccamente pericolosa.
… e questi sapientoni laureati corrotti, l’hanno distrutta.
L’istruzione, le competenze, i titoli, sono accostati a due termini negativi.
Sapientoni.
Sapientóne, come s. m. (f. -a), chi ostenta la propria sapienza, esperienza e cultura: per favore, non fare il sapientone!
Vocabolario Treccani Online
Quindi laureato uguale saccente.
Corrotti.
Secondo associazione.
Laureato uguale corrotto.
Come se l’onestà potesse essere inversamente proporzionale al titolo di studio.
Sei analfabeta? Allora sei una delle persone più oneste di questo mondo.
Firmi con la croce? Ti devono fare santo.
Sei laureato? Sei un farabutto.
Hai un dottorato, insegni, magari all’università? Sei un pericoloso criminale. Da abbattere a vista!
Per cui, non solo uno vale uno, ma per amministrare un comune, una regione, una nazione, più sei ignorante e più sei adatto.
Non hai mai lavorato? Sei il candidato ideale per fare il Ministro del lavoro.
Hai litigato da bambino con l’italiano e non avete mai fatto pace? Allora sei perfetto per fare il Ministro degli esteri.
Sei laureato in scienze politiche? Grave, perché studiare è un male. Però puoi fare il Ministro della Sanità.
Credi che esista un tunnel al Brennero? Allora puoi fare il Ministro delle infrastrutture.
Hai come titolo di studio il battesimo? Puoi metterti ad insegnare e criticare chi insegna con i dottorati di ricerca.
Non sei in grado di fare nemmeno il conto del resto del supermercato? Allora te la puoi tirare con un docente di economia di fama internazionale e liquidarlo con un lapidario: questo lo dice lei!
Sei convinto che ad essere stato ucciso il 10 giugno 1924 sia stato Andreotti? Perfetto! Sei il primo Ministro ideale.
Quindi una frase fatta circolare ad arte e diffusa da un’utenza social molto precisa. Scarsa alfabetizzazione. Analfabetismo funzionale.
Sostanzialmente si tratta della rivincita, almeno parziale, dei mediocri.
Quelli che a scuola non capivano niente e stavano all’ultimo banco a sonnecchiare.
Quelli caratterizzati da un’intelligenza tanto vivace da essere espulsi anche dal sistema formativo meno selettivo al mondo, che non boccia più nemmeno chi spara agli insegnanti.
Quelli che per mettere in piedi qualche riga di CV sono costretti a menzionare il secondo posto al fantacalcio.
Quelli che nemmeno al bar sotto casa potevano dire più di tanto, ma soprattutto perché nessuno era interessato alla loro opinione.
Quelli che, quando sentono parlare di merito, hanno reazioni che vanno dall’orticaria allo shock anafilattico.
Con la rivoluzione dell’uno vale uno c’è il loro sogno di riscatto.
Se questi possono fare i Sindaci, i Deputati, i Ministri, i Presidenti, magari con un pugno di click, allora chiunque può ambire a qualsiasi posizione.
Se uno vale uno, se il titolo di studio rende solo dei sapientoni che ostentano una cultura che non serve a niente, allora posso parlare di tutto con chiunque, anche con i massimi esperti mondiali, pur non sapendone niente, tanto la conoscenza è un handicap.
E perché un imbecille di prof. dovrebbe dirmi che non sono preparato? Non gli hanno spiegato che la cultura è dannosa?
La frase, dunque, che può sembrare innocua, nasconde una precisa metodologia di indirizzamento del consenso.
Quello che va rimesso in discussione, a questo punto, è il concetto di democrazia, che pensiamo sia, nella migliore delle ipotesi, una dittatura della maggioranza.
O degli imbecilli, nella sua degenerazione.
τίς γὰρ αὐτῶν νόος ἢ φρήν·, δήμων ἀοιδοῖσι πείθονται καὶ διδασκάλῳ χρείωνται ὁμίλῳ οὐκ εἰδότες ὅτι οἱ πολλοὶ κακοί, ὀλίγοι δὲ ἀγαθοί.
Eraclito – Frammento 104
Una ricerca condotta dall’Università di Amsterdam, dall’Ateneo di Umea in Svezia e dall’University College di Cork dimostra che in poco più di un secolo il QI degli occidentali è crollato, scendendo di 14 punti.
Un’altra ricerca del Ragnar Frisch Centre for Economic Research, in Norvegia, mette in evidenza come dalla seconda metà degli anni 70 il QI decresca di 7 punti per generazione.
Siamo avviati verso uno scenario come quello descritto nel film Idiocracy?
Anche perché la prima ricerca mette in evidenza come il calo del QI sia determinato proprio dal fatto che le donne più intelligenti in Europa e nell’America del nord fanno sempre meno figli.
Ci stiamo avviando verso una ilìtiocrazia, come ipotizzavamo in un precedente articolo?
Già circa 5 anni fa avevamo scritto:
Perché chi è al limite del ritardo mentale, chi non ha la capacità di comprendere un testo mediamente lungo e complesso, chi non è in grado di distinguere una fake news da una notizia reale dovrebbe avere la possibilità di decidere chi governa?
Pietro Riccio – Ilìtiocrazia e kalýterocrazia
Rispetto ad allora, il dato di fatto sembra essere che i progetti politici che puntavano a catalizzare il voto dei mediocri abbiano avuto una battuta di arresto, questo se guardiamo i risultati delle ultime tornate elettorali.
Almeno per il momento.
Almeno per il momento sembra che il sogno oclocratico della plebe, per citare Polibio, sia da rimandare.
Forse esiste ancora qualcuno convinto che il merito possa dare ad una persona più valore che a diecimila.
εἷς ἐμοὶ μύριοι, ἐὰν ἄριστος ᾖ
Eraclito – Frammento 49
Ma quanto tempo servirà fino a che qualcuno non trovi un modo più raffinato per incanalare e capitalizzare quel tipo di consenso, soprattutto se la curva di decrescita delle capacità cognitive delle nazioni occidentali dovesse confermarsi come trend?
Autore Pietro Riccio
Pietro Riccio, esperto e docente di comunicazione, marketing ed informatica, giornalista pubblicista, scrittore. Direttore Responsabile del quotidiano online Ex Partibus, ha pubblicato l'opera di narrativa "Eternità diverse", editore Vittorio Pironti, e il saggio "L'infinita metafisica corrispondenza degli opposti", Prospero editore.