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‘Una folle normalità’ al Teatro Bolivar

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'Una folle normalità'


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Yuliya Mayarchuck in scena il 6 novembre a Napoli

Riceviamo e pubblichiamo.

Domenica 6 novembre, open 20:30, start 21:00, al Teatro Bolivar, via Bartolomeo Caracciolo, 30, a Napoli, da quest’anno con la direzione artistica di Nu’Tracks, arriverà sul palco Yuliya Mayarchuck nella commedia ‘Una folle normalità’, scritta e diretta da Juri Monaco, in scena con l’attrice.
Ivano Del Bagno, autore e regista teatrale, viene contatto dal suo manager affinché scriva uno spettacolo per una attrice di scarsa fama tale: Aluna Seranova. Il manager, mette subito in allarme Ivano circa i problemi psichici della donna, infatti pare che Aluna soffra di bipolarismo, disturbo della personalità e sesso compulsivo.

Appena l’attrice giunge nello studio di Ivano, comincia, infatti ad avere una serie di comportamenti bislacchi, passa da un personaggio all’altro, da un discorso all’altro senza soluzione di continuità. Ovviamente Ivano, resta vittima delle stravaganze della donna e pur di non turbare l’armonia, l’asseconda in tutto e per tutto.

Finalmente, dopo un lungo periodo di esilarante e delirante follia, i due cominciano a lavorare sul testo, Aluna vorrebbe uno spettacolo che esalti il ruolo della donna e che vengano rappresentate le donne più importanti della storia.

La commedia a questo punto viaggia su un duplice binario: “la follia e l’omaggio alle donne della storia”.

Racconta la Mayarchuck:

Juri, in scena con me è riuscito a creare uno show molto divertente e brioso, ripercorrendo varie figure storiche, letterarie e personaggi fiabeschi: Cleopatra, Lucrezia Borgia, Eva, Cenerentola, Wonder Woman e la Bella Addormentata, ovviamente rappresentate in chiave parodistica. Un’avventura davvero molto stimolante.

Dopo una carrellata travolgente di siparietti, c’è un duplice colpo di scena che stupirà letteralmente lo spettatore, fino a giungere alla morale finale, attraverso la quale l’attore e lo spettatore si chiederanno: “qual è il limite tra la follia e normalità?” O forse tutti noi viviamo: una “folle normalità!”

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