La proposta di Marco Salvatore a ‘Il Sabato delle Idee’
Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del SOB.
“L’unica possibilità per la formazione di una nuova classe dirigente del Paese è quella di dare vita anche in Italia, così come succede già nelle grandi democrazie europee, ad una Scuola di formazione universitaria che non abbia le influenze del sistema dei partiti o dei sindacati, che finora hanno formato in maniera meramente pratica, con i risultati che ben conosciamo, la classe dirigente italiana”.
È questa l’idea con cui Marco Salvatore, direttore scientifico dell’Istituto SDN, ha aperto il secondo incontro dell’ottava edizione de ‘Il Sabato delle Idee’, ospitato dall’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e dedicato a “La formazione della classe dirigente del Mezzogiorno”, in occasione del centocinquantenario della nascita di Benedetto Croce.
Un’idea che risponde subito all’allarme di un quadro “deprimente” della classe dirigente italiana, dipinto nel suo intervento da Sebastiano Maffettone, consigliere della Presidenza della Regione Campania per le organizzazioni culturali.
“Se si dovesse fare una foto dell’attuale classe dirigente – ha tuonato Maffettone – sarebbe una foto deprimente, la foto di una classe troppo maschile, troppo vecchia, troppo poco internazionale, troppo dislocata nel centro-nord, che punta troppo sulle cooptazioni piuttosto che sul merito”. È proprio per questo, ha spiegato Maffettone, che “i nostri studenti, che dovrebbero essere la futura classe dirigente, hanno già perso ogni fiducia, non credono nella meritocrazia e pensano che costruirsi un rapporto personale con persone ‘importanti’ conti di più di una buona formazione”.
E allora parte proprio dall’obiettivo di un sistema di formazione della classe dirigente finalmente meritocratico la proposta del fondatore de ‘Il Sabato delle Idee’, Marco Salvatore.
“Soltanto una formazione accademica mirata di alto profilo – ha spiegato Salvatore – può essere la garanzia di una formazione selettiva e meritocratica di una nuova classe dirigente che abbia le competenze culturali e manageriali per assumere i ruoli chiave nella governance di un Paese”.
Competenze che, come ha evidenziato Salvatore, “debbono, però, essere accompagnate anche da una formazione attenta alle nuove sfide della tecnologia e dell’innovazione ed è per questo che penso all’idea di una grande Scuola politecnica italiana, magari da realizzarsi proprio nel Mezzogiorno con una rete interuniversitaria, da dedicare specificamente alla formazione della classe dirigente”.
Un’idea subito raccolta dal vicepresidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, Lucio d’Alessandro, Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa e fondatore proprio nell’Ateneo napoletano della prima Scuola universitaria di Alti Studi Politici nel Mezzogiorno, che ha chiuso da pochi mesi il suo quinto anno accademico alla presenza del Presidente delle Repubblica, Sergio Mattarella.
“La grande sfida che le Università italiane debbono affrontare oggi è duplice – ha spiegato d’Alessandro – perché da un lato dobbiamo proteggere e salvaguardare l’Università come Universitas, cioè come spazio attraverso cui circola, passa e si affaccia sull’esterno l’idea più alta di cultura, a cominciare da quella dei saperi umanistici, ma dall’altra dobbiamo vincere la sfida dell’innovazione tecnologica concentrandoci sulle modalità attraverso cui far circolare la formazione nel nuovo assetto economico globale”. Proprio per questo, come ha spiegato il Rettore del Suor Orsola, “può diventare fondamentale l’alta formazione universitaria di una nuova classe dirigente, che venga strutturata sia come trasmissione della stratificazione dei saperi umanistici sia come acquisizione di nuovi strumenti tecnologici attraverso cui veicolarla negli assetti produttivi del territorio”.
Un esempio di alta formazione a cui guarderà sicuramente il progetto Apple illustrato da Giorgio Ventre, direttore del Dipartimento di Tecnologie dell’informazione della Facoltà di Ingegneria dell’Università Federico II ed a cui guarda esattamente da settant’anni l’Istituto Italiano per gli Studi Storici fondato nel 1946 a Napoli da Benedetto Croce, che proprio oggi al Sabato delle Idee, ha annunciato con gli interventi del consigliere Carmela Decaro Bonella, già direttore dell’Ufficio della Segreteria generale della Presidenza della Repubblica, e dell’ex borsista Elena Alessiato, ora docente di Filosofia politica all’Università di Torino, la nascita dell’Associazione degli ex borsisti che porterà avanti un progetto di monitoraggio occupazionale delle centinaia di borsisti che l’Istituto ha avuto in questi primi settant’anni di vita. Un progetto dal quale già emerge come siano molto numerosi gli ex borsisti dell’Istituto impegnati oggi in ruoli nevralgici all’interno della classe dirigente del Paese.