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Ultimi paradisi modulari

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Ultimi paradisi modulari di Vincenzo Cacace


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Non sono le future “aeromobili”, quelle che si intravedono nel cielo, né antichi “vimana” rivisitati o mitici e solari carri infuocati condotti da “deità” dai visi umani…
maschere marmoree su antropomorfe sembianze… ma quelle “cose” sospese nell’aria sono semplicemente… teste… o se vogliamo, le “Sedi” naturali del pensiero “libratile”, liberato dalla forza di gravità ma, da sempre in cerca di ancoraggi sicuri… approdi dove… scaricare nasciture, speranzose, risolutive idee senza passaporto… esenti però da tasse doganali e impietose “potature” imposte da ideologici “servaggi”…
luoghi in cui discendere… non piantonati a vista da minacciose sentinelle…
o… da fittizie “angeliche” presenze… acclarati stereotipi di figure celesti…
terrestri imitazioni, armate di spada, senza “divisa” ma con ali trapiantate… sagome “rifatte” all’uopo, dalla “chirurgia dell’Immagine”…

Ma quelle “levitanti” teste?

Mentre cercano di individuare un “Porto Franco”… si immaginano, forse, libranti in un platoniano cielo dove, sul frontone di un ideale Tempio etereo, è incisa in modo indelebile la filosofica indicazione…

“Le Idee sono i Modelli Eterni delle Cose”.

Mentre queste si orientano con lo sguardo verso un indefinito punto dell’Immensità al quale ancorarsi, per non perdere quota… pensano, forse, come unire due opposte rive… costruire in una Nuova Aurora, ponti d’Arcobaleno… dei “Bifrost” asgardiani, per attraversare, scavalcando indenni le acque di quel “deserto” mare, un oceano di miscelate sostanze… non più esclusivamente salmastre!

Un “pelago” ormai composto da venefici liquami e forme allotropiche di vita… “mutate” dalla inarrestabile invasione dell’inquinante percolato.

Ma… sarà forse questa, la nuova tendenza evolutiva della Natura con i suoi Regni… costretta ormai anch’essa alla “Resilienza”… quindi a rinunciare al suo lento ed evolutivo progredire in stadi organici più articolati e complessi… mutando via via in aspetti sì, di sopravvivenza ma, con funzioni e forme in sintonia sempre più regressiva, con quel peggioramento… a nostra sola causa, colpevolmente inarrestabile dell’Ambiente… che, in definitiva, ogni cosa costringe ad abituarsi… al veleno?

“Un nuovo e pernicioso habitat elementale?”

E… intanto… dove è andato a finire, l’altro “coinquilino”… il vero ed unico responsabile dell’andamento del Mondo?

La visione che, ora si apre … si fa estraniante…
…l’alienazione trova qui, definitivamente, il proprio… “profetizzato” trionfo.

Svuotate vestigia, idoli abbattuti… ora in questo tempo ipotetico, proiettato dai dati del nostro “spreco” contemporaneo… il senso imperativo, egemonico, estrae… surrogandola dalla Legge, un’interpretazione ideologica della legalità… il suo più capriccioso e fazioso “figlio”… quel “legalitarismo”, maestro nell’indicare ad una conformata umanità, come vivere in predisposti e ridotti spazi di libertà!

La Gioia si fa, dunque, emozione minimale… “minima pars” di un ludico, ridottissimo consumo… ogni Amore è virtuale… e così ogni rapporto… scalini da salire e non scalate, saltini e non trasvolate, rapidi spuntini e non pranzi e cenoni, saluti alla distanza e non abbracci amicali, isolati assoli e non concerti con relativi pienoni, non più brulicanti maree umane, carnai di bagnanti ma… reclusorii numerati, personali, “privati” bagni marini… piccoli delimitati… come… “ultimi paradisi modulari”.

Ma… alla più attenta disamina non può sfuggire a tutti che, questi non possono essere interpretati come quei pittorici “bagni misteriosi” dechirichiani e… nemmeno riferirsi a quelli pitagorici e più riflessivi… “pediluvi” d’Archimede… ma, come asettiche abluzioni in acqua dalla testata e dosata salinità, praticate in quel “giusto” e previsto distanziamento sociale…!?

Oh… ma, ora non vorrei, entrare nel “politichese”… credo mi sia necessario, uscire da un coinvolgimento troppo passionale e non ispirato dalla Ragione, alla legittima “partecipazione civile”, attratto, dallo scenario… proprio questo da me stesso dipinto… non oggi ma, giusto un decennio fa…

Come potremmo definirlo?

Un sintomo… prime… avvisaglie?

Senso “chiarestetico”… ispirata profezia “iperuranica”?

… un risultato matematico superiore… senza numeri… una “summa” un “totale”, prodotto in immagine… oppure la riduzione eidetica uscita da una mente dedita sì, all’Arte ma, semplice… ed aritmeticamente elementare!

Ma… intanto… nelle chiuse e presidiate architetture… che anche qui compaiono, “ri-siedono” in temporale continuità… a vario titolo e “bandiera”, lontani e sollevati dalle esigenze più “vili”… i migliori esperti in dilettevoli tecnicismi… essi continuano impassibili a perfezionare nel tempo scandito dal loro privilegio, giustificative emissioni vocali, esercitandosi a… “subliminare” nuovi modi d’essere, in massificati messaggi, utilizzando un corretto porgere della parola… quell’eristica “Logheia” che, sempre più si fa snaturata e distante dal significato di un vero, essenziale e risolutivo… Logos.

Ma… di quanti aggettivi e… di quanti coloriti sottotoni necessita l’analisi più definita della Dimensione Umana?

Sono, in fondo… gli stessi termini, dei quali, invertendone l’ordine “ad arte” ci si può servire per costruire altre versioni della apparente “Verità”…
purtuttavia, in assenza di quella sostanziale parola “Chiave” prima enunciata e appassionatamente evocata… il “prodotto” che alla fine se ne ricava, pur rimanendo… ma solo all’apparenza invariato… a causa della deriva che, svaluta i Valori Umani universalmente riconosciuti, non può, e… non potrà comunque, alla distanza, ritenersi attendibile e positivo in tema di autentico Progresso.

Flebile è il sussurro del vento… e quando più forte sibila il suo linguaggio tra gli infissi e gli interstizi reca messaggi da remote lontananze… da terre lontane nella memoria e nel Tempo, alle nostre, vissute sì, ma inaridite dalle assenze esistenziali nelle quali si spegne ogni giorno di più, il Senso Eroico dell’Uomo…

… ma, in quella fissità perduta nel vuoto, in quell’assenza che, attende un ritorno d’Anima… narra codesta “visione”, niente è più udibile, nel “sovrastare” di un altisonante ed invadente spot pubblicitario o per quelle enunciazioni normative, quotidianamente ascoltate, attentamente e ad alto volume e quindi… anche, il nostro quotidiano “sopravvivere” ne risulta ufficialmente offeso o “risanato”…

Tutto è quindi normale e “ordinato”… nei giorni che, procedono verso un’omologata serialità… ed a quella numerata concessione degli ultimi paradisi modulari!”…

Autore Vincenzo Cacace

Vincenzo Cacace, diplomato all'Istituto d'Arte di Torre del Greco (NA) e all'Accademia di Belle Arti di Napoli, è stato allievo di Bresciani, Brancaccio, Barisani, ricevendo giudizi positivi ed apprezzamenti anche dal Maestro Aligi Sassu. Partecipa alla vita artistica italiana dal 1964, esponendo in innumerevoli mostre e collettive in Italia e all'estero, insieme a Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Ugo Attardi, e vincendo numerosi premi nazionali ed internazionali. Da segnalare esposizioni di libellule LTD San Matteo - California (USA), cinquanta artisti Surrealisti e Visionari, Anges Exquis - Etre Ange Etrange - Surrealism magic realist in Francia, Germania e Italia.