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UGL Frosinone, bilancio 2022 di Valente e sguardo al futuro

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UGL Frosinone Enzo Valente


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Il Segretario: ‘Va ridisegnato un nuovo modello di sviluppo sempre meno dipendente dall’automotive’

Riceviamo e pubblichiamo.

La sfida si gioca sul piano della transizione ecologica e della competitività delle imprese: obiettivi raggiungibili attraverso il sostegno fondamentale della politica e delle istituzioni che devono essere al passo con i tempi, adeguando le infrastrutture, fortemente carenti in questa provincia, e la semplificazione degli iter procedurali secondo le esigenze normative del momento.

Con queste premesse il 2023 potrebbe essere un anno importante per la provincia di Frosinone. È quello che auspichiamo!

Lo afferma il Segretario Provinciale UGL Frosinone Enzo Valente, che traccia un quadro dell’anno che si sta concludendo, con uno sguardo al futuro prossimo.

Il nuovo anno si aprirà con il ritorno alla produzione della Reno de Medici di Villa Santa Lucia, sicuramente un’ottima notizia, ma la politica deve riflettere sulle cause che hanno imposto circa cinque mesi di fermo e messo a rischio un’azienda storica e oltre 300 posti di lavoro.

Ci preoccupa non poco il prolungatissimo stop produttivo e conseguente blocco degli investimenti di Saxa Grestone, ex Ideal Standard, in primis, a causa della crisi energetica. Un progetto questo che aveva aperto la speranza al territorio.

Prima la pandemia, poi la crisi energetica stessa e la scarsa reperibilità delle materie, hanno reso molto complicata la vita delle imprese costringendole a ricorrere in maniera massiccia alla CIG che, nel frusinate nel 2022 è aumentata, rispetto al 2019, dell’87,9%.

Dal punto di vista occupazionale i numeri sono altrettanto preoccupanti se si pensa che non saranno rinnovati i contratti dei circa 500 interinali nelle aziende dell’indotto Stellantis e che soltanto nel 2022 sono andati persi circa 1.000 posti di lavoro.

Stellantis oggi rappresenta sempre meno l’asse portante sia in termini occupazionali che economici del territorio, pertanto va ridisegnato un nuovo modello di sviluppo sempre meno dipendente dall’automotive, e in questo aspetto un ruolo determinante lo deve recitare, come del resto sta già avvenendo, l’Università degli Studi di Cassino del Lazio Meridionale, e il progetto della Gigafactory di Fincantieri, ne è l’esempio.

Altrettanto possiamo dire del polo farmaceutico e aerospaziale, due eccellenze che danno importantissimi risvolti occupazionali.