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UGL Autonomie FR: Per smart working PA serve confronto con sindacati

Antonella Pulciani


Pulciani e Petillo: ‘Abbiamo il dovere di andare oltre l’emergenza’

Riceviamo e pubblichiamo.

Il Ministero della Funzione pubblica apra al più presto un confronto con le organizzazioni sindacali, il cui contributo si rivelerà fondamentale per lo sviluppo dello smart working nella PA.

A chiederlo Antonella Pulciani la responsabile della Federazione UGL Autonomie Frosinone ed il segretario confederale Ornella Petillo.

Bene ha fatto il Ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, ad insediare subito la Commissione tecnica dell’Osservatorio nazionale del lavoro agile, attiva finora solo sulla carta, perché c’è sicuramente bisogno di regole più chiare.

Ma, allo stesso tempo, non sarebbero molto utili troppe prescrizioni cadute dall’alto perché rischiano di “imbrigliare” la buona volontà dei lavoratori e delle lavoratrici. Inoltre, lo smart working è un’opportunità per il territorio che però non deve andare a discapito della tutela dei lavoratori.

Il Ministro dunque ascolti i sindacati in un’ottica di costruzione condivisa mirata all’evoluzione di nuova cultura organizzativa nella PA.

D’altronde i dati parlano chiaro.

Spiegano Pulciani e Petillo:

Solo il 33% della PA ha presentato i POLA, Piani Organizzativi del Lavoro Agile, previsti alla scadenza del 31 gennaio 2021. Un dato che non fa onore all’organizzazione della PA e destinato a peggiorare, quando arriveranno quelli delle Autonomie locali.

Comuni, Regioni, Città metropolitane dovranno presentare i piani entro il 31 marzo 2021, posticipato a fine aprile, in conseguenza della proroga dell’approvazione dei bilanci di previsione degli enti locali. Ma molte Amministrazioni locali non si stanno adeguatamente preparando alla scadenza.

Durante tutto il periodo emergenziale per contenere la contagiosità del virus, abbiamo sperimentato uno smart working falsato, congelando importanti misure sulla sicurezza e sulla buona organizzazione lavorativa.

La situazione pandemica ancora ci attanaglia, ma abbiamo il dovere di andare oltre l’emergenza.

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