Webinar ‘Da emergenza sanitaria a economia di guerra, quali proposte’
Riceviamo e pubblichiamo.
Il conflitto bellico in Ucraina può essere un’occasione in cui l’Europa inizia a ragionare sul non essere più un confine territoriale o una struttura burocratica ma inizia a fare vere scelte di tipo politico.
Dobbiamo cogliere l’occasione perché si possa ragionare anche sul tema energetico. Alla luce degli eventi che stiamo vivendo ringraziamo il cielo che il gasdotto nel Sud del nostro Paese sia stato realizzato perché obiettivamente ci dà un vantaggio competitivo importante rispetto alla dipendenza dalla Federazione Russa.
Lo ha detto Alessandro Colucci, deputato di Noi con l’Italia e segretario dell’Ufficio di presidenza della Camera dei Deputati, nel corso del webinar ‘Da emergenza sanitaria a economia di guerra, quali proposte’ promosso dalla Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.
Prosegue Colucci:
Siamo tutti per la transizione ecologica continuiamo a dare un voto convinto al governo Draghi sul tema, non è più il tempo degli slogan. Le imprese necessitano di un sostegno, molte rischiano il fallimento.
Il tema dello scostamento di bilancio in Aula dovremo affrontarlo nell’ottica di una programmazione futura che eviti dipendenza da qualcuno e che punti sull’avere un’autonomia con coraggio, senza posizioni ideologiche con un’attenta tutela verso l’ambiente.
Sulle conseguenze del conflitto in Italia si è soffermata anche Silvia Covolo, parlamentare della Lega in Commissione Finanze a Montecitorio:
La guerra russo ucraina ha acuito la dinamica inflattiva innescata come conseguenza della crisi pandemica.
Diversi beni sono stati interessati dai rincari dei prezzi energetici che hanno colpito gli autotrasportatori. Sono diverse le misure poste in essere dal governo, a partire dal decreto bollette a sostegno delle famiglie, al decreto sostegni ter con la riduzione degli oneri in bolletta e con il credito d’imposta per le imprese energivore.
Ulteriori sostegni sono previsti decreto Sostegni quater che è in fase di conversione e con il ‘Decreto Tagliaprezzi’, che prevede il meccanismo delle accise mobili. Accanto a queste misure temo ci voglia un ulteriore scostamento di bilancio.
Ma ancora più importante è procedere con lo stoccaggio del gas europeo e con lo sviluppo di politiche energetiche autonome.
Il Ministro Cingolani ha parlato di sviluppare l’import del gas liquefatto e implementare le attività dei gasdotti provenienti da nord Africa e Medio Oriente. Ma la strada maestra resta quella di investire sull’autonomia energetica del nostro Paese con i fondi provenienti dal PNRR.
Il punto di vista dell’opposizione al governo è stato espresso da Ylenja Lucaselli, deputata di Fratelli d’Italia in Commissione Finanze alla Camera:
Nessuno dei provvedimenti adottati dal governo è risolutivo, si fa solo tanta propaganda. Stiamo entrando in una economia di guerra ma il taglio delle accise è di 8,5 centesimi per 30 giorni e le dilazioni per le bollette alle imprese dura solo 24 mesi e passa per le garanzie della Sace.
Dilazione che, peraltro, non interviene sul prezzo delle materie prime e quindi le aziende dovranno comunque mettere a bilancio la spesa per l’intera cifra.È necessario fare interventi strutturali veri e non iniziative spot. Dobbiamo immaginare come ristrutturare il Paese pensando di autoprodurre energia. Abbiamo una ricchezza di gas bloccata per motivi ideologici che ora va sbloccata. Siamo in guerra e bisogna chiedere all’Europa la diminuzione dell’IVA al 13 % come ha fatto il Portogallo.
Chiedere aiuti concreti con un fondo di compensazione per le perdite aziendali. Dobbiamo contrastare le speculazioni legate agli aumenti dei costi delle materie prime ma qui le autority stanno a guardare.
Secondo Giovanni Currò, Vicepresidente della Commissione Finanze della Camera per il M5s:
L’ultimo provvedimento autorizzato dall’UE è il decreto Liquidità che risale a due anni fa e aveva una portata temporale di 24 mesi. Ma tutte le potenzialità del decreto non sono state colte a pieno, in particolare per le garanzie che poteva liberare Sace a prezzi di mercato che possono rilanciare esigenza di liquidità che tuttora resta dopo emergenza pandemica.
A fronte di una carenza di materie prime e dell’esplosione dei costi dell’energia, oggi con una economia di guerra, un provvedimento del genere è ancora più necessario. Stiamo sollecitando il Ministro dell’Economia a procedere per liberare miliardi di garanzie di credito per dare una nuova boccata d’ossigeno alle imprese.
Sui prezzi del gas viviamo l’assurdità delle indicizzazioni dei prezzi di acquisto che seguono un misure poco rappresentative e in Italia subiscono incrementi repentini che in Europa non si registrano. È importantissimo avere una voce comune europea di fronte a queste oscillazioni.
Per i professionisti è intervenuta Angela Perrone, commercialista e revisore legale dell’ODCEC di Roma:
La settimana scorsa il sottosegretario Gilberto Pichetto Fratin a Pisa ha affermato che dobbiamo prepararci a un’economia di guerra e la dipendenza dell’Italia sul gas è dell’80%.
Il Ministro Cingolani ha detto che potremo affrancarci in due/tre anni da questa dipendenza.
A ben vedere però, il ‘Decreto Energia’ prevede la riduzione dell’IVA dal 22 al 5% fino al 30 giugno e nel nuovo provvedimento il governo ha ridotto solo per un mese le accise. Il prezzo intanto si è quadruplicato e le autority stanno a guardare.
Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni, Consigliere d’Amministrazione della CNPR:
Viviamo in un Paese dove le energie rinnovabili contribuiscono per il 37% al fabbisogno complessivo, delle quali il 20% è relativo al settore dell’idroelettrico.
Si deve impostare una politica strutturale e orientata nel tempo per la produzione incentivata da fonti che siano nostre, autonome. Diversamente saremo sempre schiavi e condannati a subire l’egemonia dei paesi esteri che ci somministrano le materie prime come il gas. A una crisi energetica nel passato ha sempre corrisposto una crisi economica.
Lo shock energetico ha sempre causato danni all’economia che si perpetuano nel tempo con una sorta di diretta proporzionalità. Intervenire immediatamente per fermare e risolvere la crisi energetica è il contributo più grande che la politica possa dare per il futuro Paese.