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Turchia e Siria, magnitudo 7.9. Interiorizzazione del dolore e unione

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Le Nazioni del mondo si uniscono in soccorso a Turchia e Siria devastate dal tremendo terremoto che ha flagellato i due Paesi

6 febbraio 2023, alle 04:17 ora locale in Turchia, le 02:17 ora italiana, la terra trema per circa un minuto a magnitudo 7.9, un tempo lunghissimo, nel cuore della notte, che non dà scampo neppure all’immaginazione alle persone che riposano nell’intimità della loro casa e, forse, si rendono conto di ciò che sta accadendo nel momento stesso del crollo che le trascina, inesorabilmente, per coprirle con metri cubi di detriti.
Il terremoto è stato provocato dall’azione trascorrente tra la placca Araba e quella Anatolica, spingendo verso sud-ovest rispetto a quella Araba, come se avesse mosso l’intera Turchia verso sud-ovest. Le due placche si sono spostate di 3 metri, liberando un’energia che ha creato una deformazione lunga 300 km.

Ora dopo ora le vittime crescono… 20.000…, 23.000…, oltre le 25.000… numero che, si teme, sia destinato a salire. Le ricerche proseguono nonostante i giorni trascorsi sotto i crolli e al gelo.

Chi ha vissuto l’esperienza dei devastanti sismi che hanno colpito il nostro Paese, rivive il momento degli attimi di terrore trascorsi. Perché il terremoto è un’immane forza della natura che fa sentire inermi, senza difesa, solo paura… che non è quella di morire, non c’è coscienza in quel momento per pensare alla morte, ma solo per la ricerca di uno spazio dove tutto può cadere ma non soffocare… solo la fuga verso una via d’uscita… la terra con sopra il cielo… che la terra ondeggi pure sotto i piedi per secondi lunghi quanto ore, ma paurosamente al sicuro….

Un letto trema… interrompe il sonno e forse un sogno bellissimo, e la paura prevale e invade… di corsa ad afferrare i bambini troppo piccoli per fuggire con le proprie gambe, prendere la mano di chi c’è accanto nel tentativo di proteggere, offrire un’indefinibile surreale sicurezza che di fatto non esiste… è solo per istinto.

Il rumore dei crolli degli edifici si diffonde nello spazio circostante, e chissà quanto è grande… ondeggiano i lampadari, avanzano gli arredi, che si muovono animanti da una forza occulta, le crepe si aprono alle pareti, sul pavimento.

La fuga… alla ricerca della scala per raggiungere il piano terra… TERRA… sì… che trema, ma è salvezza… si cade sui gradini che si muovono… una rampa, forse due, forse più, o pochi gradini… il soffitto crolla e schiaccia chi fugge con tutto ciò che c’è al di sotto e poi racchiude corpi impauriti nella morsa di tonnellate di detriti che annullano il respiro.

Nella stretta che arresta il movimento, la paura cede il posto alla speranza di vivere oltre a tutto ciò, oppure alla rassegnazione degli ultimi istanti. Meglio perdere i sensi… trascorre il tempo… qualcuno arriverà… tenderà la propria mano… estrae una vita che risorge al sorriso di chi giunge.

È dal timore che nasce la speranza e, forse, è la speranza che muove la coscienza verso l’inevitabile bisogno di unirsi per il bene e per la vita di chi ha perduto tutto per una forza distruttiva sovrumana.

Allora l’Umanità può muoversi nella sovranazionale armonia lontana dalle tensioni territoriali tra Paesi che in fondo, sono tutti ugualmente inermi di fronte alla forza della natura, rendendo unanimemente consapevoli di quanto siamo deboli e ugualmente vulnerabili, con identico bisogno uno dell’altro per sopravvivere.

Nella tragedia, assistiamo a ciò in cui è auspicabile che sia sempre: il reciproco sostegno, la comprensione che siamo comunque uniti per naturale esistenza umana.

Unione europea, Giappone, India, USA: moltissime organizzazioni internazionali si offrono in aiuto per le operazioni di ricerca e soccorso.

Dall’ANSA la notizia che gli USA allentano alcune sanzioni contro la Siria. Il PKK, Partito dei Lavoratori del Kurdistan, sospende le ‘operazioni’ in Turchia.

Al momento gli aiuti resi sono:

UE – 27 squadre di ricerca e soccorso e mediche da 19 Paesi, insieme a oltre 1.150 soccorritori e 70 cani da salvataggio.

Italia – Un contingente di 50 vigili del fuoco dei team USAR di Toscana e Lazio. Già predisposto l’invio di altre unità e beni essenziali, compreso il necessario per attrezzare un ospedale da campo e un’apposita nave da Difesa inviata dalla Marina Militare.

USA – Due squadre di ricerca e soccorso di 79 persone ciascuna. Pentagono e USAID si stanno coordinando con le loro controparti turche.

Cina – Invierà aiuti alla Turchia per un valore di 40 milioni di yuan, 5,9 milioni di dollari. Forniture di emergenza alla Siria e accelerazione dei progetti di aiuti alimentari in corso.

Russia e Ucraina – Da Mosca squadre in entrambi i Paesi. Il Ministero della Difesa ha confermato che 300 militari sono già dispiegati in Siria per le operazioni di soccorso. Dall’Ucraina 87 soccorritori in Turchia.

Israele e Palestina – Israele, il premier Benyamin Netanyahu afferma l’approvazione di aiuti alla Siria e di assistenza umanitaria alla Turchia. L’Agenzia palestinese per la cooperazione internazionale invia 70 esperti nelle zone terremotate.

Qatar e Emirati Arabi Uniti – Dal Qatar 120 soccorritori in Turchia e un ospedale da campo. Gli Emirati Arabi Uniti assistono la Siria con la donazione di circa 13,6 milioni di dollari.

India – Due squadre di 100 persone con cinofili, medici, paramedici, medicinali e attrezzature.

Giappone e Corea del Sud – Il Giappone invia in Turchia la Japan Disaster Relief Rescue Team, squadra giapponese di soccorso in caso di calamità. Dalla Corea del Sud aiuti umanitari alla Turchia per un valore di 5 milioni di dollari, circa 110 soccorritori e personale militare per la ricerca e soccorso.

Nazioni Unite – Inviano personale sul campo per valutare i bisogni e fornire assistenza . La Mezzaluna Rossa palestinese è attiva con le operazioni di salvataggio e soccorso terremoti nei campi profughi palestinesi e nelle aree circostanti in Siria.

Non deve essere necessaria un’immane catastrofe per convergere con forza al bene dell’Umanità in generale, ma è di grande conforto assistere alla sensitività che le Nazioni del Mondo stanno dimostrando, esprimendo l’unanime capacità di sentire il dolore altrui, interiorizzandolo e reagendo per alleviarlo, unendosi intorno a coloro che hanno perduto tutto in nome di nulla, travolti da un evento che caratterizza un pianeta.

Un fatto normale dal punto di vista geologico, che, purtroppo, importa conseguenze estreme, disseminando morte e distruzione. Auspichiamo nella sensibilità delle Nazioni tutte, affinché ciò non accada per volontà dell’uomo.

Autore Adriano Cerardi

Adriano Cerardi, esperto di sistemi informatici, consultant manager e program manager. Esperto di analisi di processo e analisi delle performance per la misurazione e controllo del feedback per l’ottimizzazione del Customer Service e della qualità del servizio. Ha ricoperto incarichi presso primarie multinazionali in vari Paesi europei e del mondo, tra cui Algeria, Sud Africa, USA, Israele. Ha seguito un percorso di formazione al Giornalismo e ha curato la pubblicazione di inchieste sulla condizione sociale e tecnologia dell'informazione.

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