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‘Transient – Impermanent Paintings’ al Teatro Argentina

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Concerto audiovisivo il 4 ottobre a Roma

Riceviamo e pubblichiamo.

‘Transient – Impermanent Paintings’ è un concerto audiovisivo per due performer e algoritmi generativi, i quali eseguono, insieme, un’improvvisazione dal vivo per due pianoforti motorizzati e proiezioni video.

Pennellate digitali iperrealistiche si articolano su una maxi proiezione, come su una tela. Ad ogni pennellata corrisponde una nota: si creano così paesaggi sinestetici e polifonici.

Il progetto continua la ricerca di Quayola sulle tecniche artistiche tradizionali nel contesto della relazione uomo – macchina, distaccandosi però dai soggetti formali per focalizzarsi sulla sostanza computazionale: l’algoritmo.

Come una vera e propria materia pittorica, l’algoritmo diventa il soggetto reale e tangibile del dipinto digitale. Ora il suo valore estetico prevale su quello funzionale.

‘Transient’ traccia una nuova direzione nella pratica di Quayola: la sperimentazione infatti si estende adesso anche al suono, attraverso l’utilizzo di sistemi generativi non convenzionali.

Un nuovo software è stato sviluppato ad hoc per questo progetto, consentendo l’interconnessione continua di immagini e suoni.

Gli algoritmi che guidano le pennellate sono gli stessi che si materializzano anche nel suono dei pianoforti. Emblema della tradizione musicale, i pianoforti combinano caratteristiche tecnologiche e umane: riproducendo i movimenti della mano, creano una connessione con la realtà umana, eseguendo allo stesso tempo virtuosismi non umani.

Questo progetto vede la partecipazione di Andrea Santicchia, musicista e collaboratore dello studio Quayola. Per Transient ha portato la sua esperienza personale all’interno dell’attività dello studio, contribuendo in modo significativo allo sviluppo di nuove linee di ricerca.

Non più utilizzato come semplice design funzionale, il suono ora è diventato fondamentale: il paesaggio sonoro rappresenta di fatto la decodificazione del processo.

‘Transient’ sublima la pratica orientata al processo di Quayola, in quanto la performance non è pensata per produrre musiche e dipinti finiti, ma piuttosto per mettere in scena l’impermanenza che si cela dietro al loro potenziale algoritmico.

Lo spettacolo è presentato in anteprima assoluta nell’ambito di Romaeuropa Festival, in occasione della rassegna Digitalive.