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Toscana, Treno della Memoria: la commemorazione a Birkenau

Monica Barni


Per la Vicepresidente Barni sia la memoria a guidarci nel presente

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

Vogliamo fornire attraverso la conoscenza gli strumenti per scegliere.

È il senso profondo del nostro viaggio, perché la memoria ci guidi nel presente.

Questo l’invito e l’auspicio della Vicepresidente della Regione Monica Barni, davanti a 550 studenti e 60 insegnanti durante la consueta cerimonia di commemorazione a Birkenau, presenti Ugo Caffaz, i rappresentanti di maggioranza e opposizione del Consiglio regionale, l’Assessore del Comune di Firenze, Sara Funaro e rappresentanti delle associazioni.

Ha detto Barni:

Solo due anni ci separano dall’ultimo Treno della Memoria  ma questo breve periodo è trascorso in un clima d violenza contro ‘il diverso’, di radicalizzazione e di odio.

Dal luogo che l’Europa ha reso simbolo dello sterminio, tornare a ricordare Primo Levi ci interroga sull’oggi.

Ricordando a questo proposito l’assassinio avvenuto pochi giorni fa del Sindaco di Danzica, simbolo d’impegno politico fondato su tolleranza e accoglienza, Barni ha citato lo scrittore Amos Oz che, individuando la tolleranza e il compromesso come unici antidoti all’odio, afferma che per raggiungerli servono conoscenza e cultura, quindi educazione e scuola di pace.

Ha riflettuto ancora la Vicepresidente:

Camminare in questo luogo di sterminio ci deve ricordare che nessuno può tirarsi fuori dalle proprie responsabilità personali.

Questo luogo ci richiama al dovere etico della scelta, tra giustizia e ingiustizia, tra la difesa dei diritti umani o la prevaricazione e la violenza, tra la guerra e la pace; nessun essere umano è mai ininfluente o inutile.

Vi invito allora fare vostro l’invito di Primo Levi, a prendere posizione, a scegliere, ad uscire dal pericolo della ‘zona grigia’ per essere pronti a riconoscere che ogni tempo ha il suo fascismo e vi si giunge in molti modi, non necessariamente con il terrore dell’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi la nostalgia verso un mondo in cui regnava sovrano l’ordine ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti.

L’impegno della Regione è quello di creare consapevolezza, non è tanto quello di commemorare, che rischia di diventare un’azione fredda, ripetitiva, o addirittura strumentale.

Non possiamo farlo qui, non possiamo correre questo rischio.

Qui vogliamo colmare la distanza che c’è fra una buona informazione e la comprensione di quanto è successo, contribuendo a costruire quello spirito critico che è indispensabile per comprendere il presente.

Forte anche il richiamo all’attualità di Ugo Caffaz, il quale, sottolineando il monito che viene dalle ceneri di Auschwitz, ha esortato i giovani:

Non voltate mai la faccia dall’altra parte e sentitevi responsabili di ciò che accade ogni giorno.

Senza Memoria non c’è futuro dice qualcuno, ma io dico che senza Memoria non c’è presente perché è nel presente che si costruisce il futuro.

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