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Toscana, sicurezza su lavoro, Rossi: obiettivo infortuni mortali zero

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Enrico Rossi


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Rapporto annuale sugli infortuni sul lavoro

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

Grazie a tutti i presenti qui a questa tavola rotonda.

La decisione di fare annualmente un rapporto sugli infortuni sul lavoro è importante.

È giusto che tutte le articolazioni si integrino, confrontino i dati, lavorino insieme.

È quanto ha detto il Presidente Enrico Rossi, nel suo intervento conclusivo alla tavola rotonda che ha chiuso la mattinata dedicata alla sicurezza sul lavoro, che si è tenuta nella Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati, con la presentazione del report sugli infortuni sul lavoro in Toscana e l’illustrazione del piano regionale per la sicurezza 2019.

Alla tavola rotonda hanno preso parte i soggetti firmatari del protocollo d’intesa sul coordinamento e il monitoraggio della sicurezza del lavoro: l’accordo è stato siglato nell’aprile del 2018 tra Regione Toscana, INAIL, Ispettorato del lavoro, Vigili del fuoco e parti sociali e il report che è stato illustrato è parte delle attività concordate.

La mia esperienza mi dice che, quando si vuole, l’incidentistica, magari non si azzera, ma cala sensibilmente.

Laddove le cose sono state prese sul serio, i risultati si sono ottenuti, anche quando sembrava impossibile,

ha sottolineato il Presidente, portando gli esempi della Lucchini di Piombino (LI) e della Solvay.

Ha ricordato ancora Rossi:

Piano piano queste aziende hanno studiato e hanno fatto dell’azzeramento un obiettivo di qualità e anche di premialità interna.

In alcuni aziende c’è addirittura un display che conta da quanto tempo non si è verificato più un incidente.

Le tecnologie possono fare molto, ma sono molto importanti anche i comportamenti.

Tutto questo richiede lo sviluppo di una cultura della sicurezza nelle aziende, richiede responsabilità.

Conosco imprenditori che vanno sui cantieri e qualche volta strattonano i lavoratori, se le regole della sicurezza non vengono rispettate.

Ma altre volte questo aspetto diventa secondario.

La Toscana vive le contraddizioni di questo Paese, che si riflettono anche sul lavoro.

Io sono convinto che l’intervento dello Stato deve essere costante e continuativo, altrimenti ha il sapore della punizione e basta.

Ha citato l’esempio di quanto la Regione ha fatto e sta facendo a Prato:

Abbiamo fatto interventi di controllo per due volte su circa 8.000 laboratori cinesi.

Alla seconda visita, il 75% si era messo in regola.

È la dimostrazione che possiamo intervenire: come abbiamo fatto anche sui porti e sulle cave delle Apuane.

Bisogna trovare una nuova tutela che garantisca la sicurezza sul lavoro.

Certo, ci vuole anche la repressione, ma accanto a formazione, assistenza, promozione dei comportamenti corretti.

Si può fare di più e si può fare meglio.

C’è un diritto alla tutela del lavoro e alla sicurezza.

Il Piano prevederà iniziative in quei settori che necessitano di maggior attenzione alla sicurezza.

E per l’anno prossimo, mi permetterei di suggerire anche un maggior collegamento con scuole e Università.

Piano per la sicurezza sul lavoro 2016-2020

Campagna della Regione L’unione fa la sicurezza