ASL a disposizione delle aziende impegnate nella ricostruzione per allestire ambienti di lavoro sicuri a seguito dell’alluvione
Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.
Proseguirà ancora, fino almeno a tutto il 2025, il ‘Piano lavoro sicuro’ lanciato nel 2014 dalla Regione pochi mesi dopo quel rogo notturno, in un’azienda tessile di Prato in cui, il 1° dicembre 2013, morirono sette operai di origine cinese, cinque uomini e due donne, che in quel capannone lavoravano e vivevano.
Un piano straordinario con cui furono assunti settantaquattro nuovi giovani ispettori per la sicurezza dell’ASL Toscana Centro per controllare a tappetto in tutta l’area metropolitana – per lo più a Prato ma anche a Firenze, Empoli e Pistoia – le aziende più a rischio, quelle dove le più elementari norme di sicurezza rischiavano di non essere rispettate e accanto a macchinari si realizzavano, in violazione delle norme urbanistiche, cucine abusive alimentate da bombole a gas e loculi dormitorio dove dormire.
Spiega l’Assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini:
L’efficacia degli interventi messi in campo in questi nove anni è evidente. Negli anni accanto a controlli ed ispezioni sono cresciute pure le attività di prevenzione.
Occorre lavorare ancora per migliore la percezione del rischio all’interno delle aziende: bene che molte si siano messe in regola ma bisogna lavorare ancora per far crescere ulteriormente la cultura della responsabilità sia da parte dei datori di lavoro che dei lavoratori.
Dal 2014 il piano è già stato rinnovato tre volte e sono state controllate 18.625 imprese, di cui 10.939 nell’area pratese. L’iniziativa, che si pone l’obiettivo di 922 ispezioni annue, viene adesso riproposta accompagnata da un nuovo impulso dato alle attività di informazione, formazione e assistenza.
Molte aziende pratesi e della piana sono state danneggiate dalla recente alluvione e non hanno ripreso l’attività. In questi territori gli uffici della ASL sono a disposizione delle aziende per fornire aiuto, nella fase di ricostruzione, per allestire ambienti di lavoro sicuri.
Quando il programma straordinario è partito solo un’azienda su cinque tra quelle visitate a Prato risultava completamente in regola ai controlli e una su tre in tutta la ASL imprese, quelle ispezionate, per lo più del distretto tessile cinese.
Nel 2020 le aziende in regola erano diventate una su due nella città laniera e sei su dieci nel territorio più ampio tra Firenze, Empoli e Pistoia, salite nel corso del 2023 ad oltre il 64 e 66 per cento.
I controlli hanno avuto risvolti positivi anche sul fronte della regolarità fiscale e del pagamento delle tasse, sullo sfruttamento della manodopera e il contrasto alla concorrenza sleale che fa male al tessuto economico più sano e ligio alle regole.
I costi del programma continueranno a non gravare sul fondo sanitario: i 500 mila euro necessari per i prossimi due anni di attività saranno coperti dai proventi delle sanzioni comminate sulla sicurezza sul lavoro.
Solo con le ispezioni del Piano lavoro sicuro dal 2014 sono stati incassati oltre 25 milioni e 867 mila euro.