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Toscana, legge su cave, Ceccarelli interviene: ‘Rispettare scadenze’

Cave


‘Lavoriamo assieme per far ripartire il prima possibile l’attività’

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

L’Assessore al governo del territorio Vincenzo Ceccarelli interviene sulla questione delle cave chiuse perché non hanno rispettato la legge regionale.

Afferma:

Il 58 bis è una una soluzione di equilibrio per evitare la revoca delle autorizzazioni e la decadenza delle concessioni e consentire di mettersi in regola a chi non ha rispettato i piani di coltivazione e conseguentemente la legge.

Si tratta di una soluzione ampiamente condivisa, un intervento di cui la Regione poteva fare a meno, lasciando soli i Comuni a gestire le conseguenze.

Nessuno si smarchi, altrimenti, come ho già avuto modo di dire, se qualcuno ritiene il provvedimento della Regione inadeguato ci proponga apertamente di revocarlo.

Anche noi siamo dalla parte dei lavoratori e, quindi, anche delle imprese che danno loro il lavoro. Ma il lavoro deve rispettare regole e sostenibilità ambientale, i lavoratori non possono essere vittime di comportamenti non corretti, anche se in alcuni casi sostenuti in buona fede.

Per la Regione l’azienda deve continuare a pagare gli stipendi anche nei 60 giorni previsti dalla legge per presentare e farsi approvare i progetti di ripristino e far ripartire i lavori.

Mi sembrerebbe un atteggiamento poco comprensibile quello di chi non avesse ancora presentato il progetto ad una settimana dalla chiusura.

Compito della pubblica amministrazione e in primis del Comune, deve essere quello di fare di tutto per rispettare la scadenza dei 60 giorni e, possibilmente, cercare di anticiparla.

A questo proposito ho fatto una comunicazione in giunta per allertare tutti i servizi regionali coinvolti nell’iter autorizzativo.

L’Assessore interviene anche sul tema del fondo di solidarietà per i lavoratori, da tempo proposto dai sindacati e tuttora allo studio all’interno dei tavoli di concertazione attivati con gli stakeholder.

Afferma:

È un problema di non facile soluzione con diversi interrogativi ancora aperti, a cominciare dalla costituzione di questo fondo.

Ho chiesto, ad esempio, se questo possa essere alimentato da parte del contributo che riscuotono i Comuni e con un piccolo incremento da parte delle aziende.

Ma anche la gestione appare comunque difficile, perché il fondo non può essere sostitutivo degli ammortizzatori sociali previsti dalla legge e non deve essere un alibi per incentivare atteggiamenti scorretti. Cercheremo di trovare delle risposte anche se non potranno essere immediate.

Siamo aperti a tutte le proposte e, come sempre, anche su questo manterremo aperto e il più ampio possibile in confronto.

Nessuno faccia forzature o strumentalizzazioni politiche. Lavoriamo assieme per far ripartire il prima possibile l’attività dove vi sono le condizioni e per dare al settore un futuro di maggiori certezze, in un quadro di regole che non siano assolutamente vessatorie ma che rispettino sostenibilità e soprattutto valorizzino il lavoro e la sicurezza.

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