Quota per interventi di contrasto al gioco d’azzardo patologico
Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.
Ammonta a €3.154.000,00 la quota del fondo sanitario indistinto spettante alla Toscana per la realizzazione di interventi di contrasto al gioco d’azzardo patologico, GAP.
La somma è stata ripartita tra le aziende sanitarie toscane sulla base della popolazione residente 15-74 anni.
Lo stabilisce una delibera presentata dall’Assessore regionale al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi e approvata dalla Giunta regionale nell’ultima seduta.
Ha commentato l’Assessore Saccardi:
In Toscana sono stati fatti tanti passi avanti sul versante del contrasto alla ludopatia.
Abbiamo approvato una legge regionale nel 2013, avviato numerose azioni di informazione, prevenzione, formazione, ricerca e monitoraggio, indirizzate soprattutto ai giovani e dato vita ad un Piano regionale di contrasto.
A settembre abbiamo anche presentato un logo ‘No Slot’ destinato agli esercizi pubblici e ai circoli.
Contiamo, attraverso il potenziamento del sistema di assistenza territoriale dedicato a questa patologia, di migliorare numeri purtroppo abbastanza allarmanti.
L’importo assegnato alla Toscana, come stabilito in base all’intesa sancita in sede di Conferenza Stato-Regioni dello scorso 1° agosto 2018, dovrà essere destinato ad azioni di assistenza socio-sanitaria, residenziale e semi residenziale nei confronti di persone con dipendenza patologica.
Entrambi i tipi di intervento rientrano tra i LEA, i livelli essenziali di assistenza, come risulta dall’ultima definizione e aggiornamento contenuta nel DPCM del 12 gennaio 2017.
Questo il riparto delle risorse tre le aziende sanitarie: Toscana Centro €1.370.000,00, Toscana Nord-Ovest €1.080.000,00, Toscana Sud-Est 0,7 milioni.
Le Aziende inoltre si impegnano, entro la fine del 2019, a presentare una relazione in cui vengono indicate le attività di prevenzione, cura e riabilitazione del disturbo da GAP realizzate nel 2018, evidenziando, in particolare, i seguenti dati, che sostanzialmente servono per verificare l’adempimento dei LEA da parte delle aziende stesse:
azioni di potenziamento dei servizi pubblici di prevenzione, cura e riabilitazione delle persone affette dal disturbo; numero di pazienti in carico ai servizi territoriali;
numero di pazienti affetti dal disturbo inviati dai servizi territoriali per le dipendenze in strutture residenziali e/o semi-residenziali per svolgere un programma terapeutico; descrizione del percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale adottato dai servizi territoriali; numero degli interventi di prevenzione primaria, secondaria e di riduzione del danno con relativa descrizione degli stessi;
numero di operatori formati tramite corsi attivati direttamente dall’azienda o di livello regionale e/o nazionale, con informazioni relative al tipo e durata del corso e percentuale degli operatori formati sul totale del personale operante presso i servizi territoriali per le dipendenze.
Le stesse aziende sanitarie dovranno, infine, presentare anche una rendicontazione contabile riepilogativa dei costi sostenuti per le attività svolte.