L’anziana donna ha rivelato di essersi fatta forza nel corso della sua prigionia con le canzoni del tenore, che, venuto a conoscenza della sua storia, le ha scritto una lettera
Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo.
Yaffa Adar, rapita il 7 ottobre nel Kibbutz Nir Oz e tenuta prigioniera da Hamas per 49 giorni, in un’intervista dopo la sua liberazione ha detto che, per far trascorrere il tempo e trovare la forza di resistere, canticchiava le canzoni Andrea Bocelli.
L’ottantacinquenne Yaffa Adar, raccontando la storia del suo rapimento, ha commentato:
Per far passare le notti ho ripercorso la mia vita nella mia testa. Sì, ho ripercorso la mia vita e mi sono fatta una parata di canzoni: adoro davvero Bocelli e ogni mattina canticchiavo Bocelli, dicendomi: “Dio, sarà forse questo un buon giorno per me?”
Dopo il ritorno a casa di Yaffa, sua nuora si è rivolta al produttore Gadi Oron, che in passato ha portato Bocelli in Israele, per cercare di far sapere al tenore quanto le sue canzoni fossero state importanti.
Venuto a conoscenza della storia, Bocelli ha inviato ad Ader una lunga lettera in cui le esprimeva la sua contentezza per l’esito della vicenda, il suo apprezzamento per lei, dicendole anche come sia una fonte di ispirazione.
Le ha scritto Bocelli:
Cara Adar, è bellissimo, vorrei poterti abbracciare. Voglio ringraziarti per quanto tu mi abbia commosso, quando ho sentito la tua storia, e per il privilegio che mi hai concesso, ascoltando la mia musica, nel corso della tua prigionia.
Non avrei mai pensato o creduto che la mia voce, il grande dono che ho ricevuto dal cielo, potesse significare così tanto per qualcuno. S
pero di poterti incontrare di persona e di poter cantare solo per te il pezzo che vorrai, sperando di cancellare anche solo un po’, se possibile, un ricordo talmente doloroso che non riesco nemmeno a immaginare.
Ammiro il tuo coraggio dal profondo del cuore. È un’ispirazione per tutti e ti mando la mia ammirazione e il mio e il mio affetto.