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‘The Eyes Of the Machines’, di Giuseppe Barbieri

'The Eyes Of the Machines', di Giuseppe Barbieri


Autore: Giuseppe Barbieri
Titolo: The Eyes Of the Machines
Editore: Argento Vivo Edizioni
Collana: Fuoriclasse
Target: 14+
Genere: Fantascienza
ISBN: 978-88-32106-49-7
Anno pubblicazione: 2020
Edizione: I
Prezzo: €15,00
Pagine: 548

L’incapacità dell’uomo di prendersi cura della Terra, la tendenza all’autodistruzione e la speranza di chi sogna una rinascita, una ricostruzione: è questo il motivo portante diThe Eyes Of the Machines, il primo romanzo di Giuseppe Barbieri, autore classe 1995, che costruisce un racconto dal tipico stile post – apocalittico, immerso, però, in un forte simbolismo, tra marcate metafore sulla centralità umana quale motore di un domani di cui siamo, a tutti gli effetti, ideatori e responsabili.

Ambientato nell’anno 4921, ‘The Eyes Of the Machines’, edito da Argento Vivo Edizioni, si concentra del più acerrimo nemico dell’individuo, vale a dire l’uomo stesso. È lui il responsabile di quel che è successo.

Dopo aver danneggiato il pianeta, producendo il riscaldamento globale che ha distrutto buona parte della vita, si trova a pagare il prezzo delle sue colpe. I sopravvissuti sono obbligati a pensare ad una nuova realtà, tra terre distrutte, desertiche o dominate da una crescita incontrollata della natura.

In un contesto di elevata tecnologia, tra simbolismi e immagini high tech e un cyber mondo contraddistinto da macchine e automazioni,‘The Eyes Of the Machines’ racconta – nelle sue corpose 548 pagine – una società in perfetto ordine fantascientifico, nella quale l’incubo che molti narratori di un potenziale domani descrivono è, di fatto, la cruda realtà dell’umanità stessa.

Chi è sopravvissuto alle devastazioni vive in villaggi sperduti provando a riorganizzarsi.
Ci sono gli esploratori, che si procurano il fabbisogno odierno, i cacciatori, i medici e i guardiani. Dall’opera degli esploratori emerge un luogo oscuro, pericoloso e carico di mistero dal quale scaturiscono una mesta fase di guerra e decrepitezza e la certezza che il genere umano non ha ancora metabolizzato i suoi sbagli, cibandosi di odio e rancore.

Tramite i protagonisti della storia – Teiuq, Simon, Fey e Alaska e non solo – si sviluppa la contrapposizione con Zeph e la sua sadica perversione per la sofferenza mondiale.

Entrano in gioco anche le ‘macchine’, come in ogni opera futuristica che si rispetti: la loro ribellione genera caos e paura, scatenando i dubbi tra chi, nel mezzo dei superstiti, non vuole o teme di progredire tramite la tecnologia.

C’è, però, una forte voglia di riscatto e redenzione tra chi resta in vita. Un mix di speranze, auspici, agghiaccianti timori e contrapposizioni piuttosto risolute.

L’autore, nel tratteggiare il contesto di uno scenario apocalittico dalla spiccata creatività, usa la sagacia di un linguaggio fluido, riconoscibile, nel quale la descrizione dei luoghi e dell’ambiente assume un ruolo cruciale nell’insieme del corpo narrativo, senza sottrarre pathos alla storia, ma arricchendola con dettagli preziosi e niente affatto ridondanti.

Ben cuciti tra di loro i personaggi nella loro evoluzione all’interno della fitta trama, da Fey a Zeph, l’antagonista, passando per Simon, Alaska e tutti gli altri. Significativo è lo sforzo narrativo nel raccontare l’influenza delle macchine immaginate di tre tipi, le negative, le positive e le neutrali, che rappresentano, in qualche modo, anche tre forme di metafora dell’esistenza.

Le positive sono riconducibili ad una risorsa per la ricostruzione del villaggio e, dunque, simboleggiano la speranza. Le negative, ovvio, sono il pericolo per definizione: aggrediscono gli uomini, distruggono le altre macchine, sono l’ostacolo più grande da superare. E poi ci sono le neutrali, subdole per certi versi, con la difficoltà nel capirne la vera identità.

Nel complesso di uno sviluppo dell’intreccio, emerge una struttura narrativa solida che non si perde, né si fa stucchevole o tortuosa. Anzi, personaggi e ambientazioni si tramutano in un corpo unico, suggestivo, emozionante e gli eventi si susseguono in una descrizione enfatica, ma non eccessiva.

Quel che emerge, di fatto, è il talento di un autore giovane ma preparato, che usa intuizioni ed idee per rendere l’esperienza della lettura un momento di piacere e di riflessione, tramite l’emblematico appunto sui rapporti tra gli umani e sulla loro relazione con il pianeta.

Autore Lorenza Iuliano

Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.

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