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Teatro dell’Ortica, attività sociale e riabilitativa

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Dal 1996 ad oggi: il Teatro Comunità

Il Teatro dell’Ortica nasce nel 1996 e, in collaborazione con l’associazione di volontariato Nuovo C.I.E.P, organizza una stagione teatrale per bambini e adulti diventata pian piano seguitissima da grandi e piccini in tutta la Liguria e non solo. Con diversi laboratori porta in scena rappresentazioni teatrali. Anna Solaro, regista ed anima di questo progetto, ci racconta meglio la loro realtà.

Anna cos’è il Teatro dell’Ortica?

Si tratta di un teatro caratterizzato da un forte sentimento sociale. Accogliamo nei nostri progetti realtà ai margini, come persone colpite da problemi economici oppure con problemi di salute o sociali. Il palco diventa quindi un luogo accogliente di incontro con tutte le parti della collettività, nessuna esclusa.
Portiamo in scena pazienti psichiatrici, detenute, ragazzi con gravi problemi scolastici ed anche donne vittime di violenze.

In cosa consiste la vostra attività?

È un percorso teatrale integrativo ed accogliente, volto alla cura delle persone.
La compagnia è mista ed è composta da cittadini, attori, registi; cerchiamo continuamente di allargare i nostri confini.
Molte attività le portiamo avanti con il carcere femminile di Pontedecimo, ma abbiamo anche varie collaborazioni con bambini delle elementari ed i loro genitori ed insegnanti.
Così facendo, cerchiamo di creare un ponte tra ‘il dentro e il fuori’, per mostrare, da altri punti di vista, quella che è la vita di coloro che non vivono nelle nostre condizioni.

Come funziona la preparazione?

Sono lavori di teatro di qualità ed articolati e coincidono con la ricerca esistenziale delle diverse situazioni. I vari spettacoli messi in scena sono inseriti, appunto, in un determinato contesto.
Ad esempio cerchiamo di trattare le tematiche psichiatria e follia da punti di vista differenti da quelli ordinari a cui siamo abituati.
Il racconto del matto deve mettere al centro dell’attenzione cosa sente e cosa vede per far sì che diventi la narrazione di esistenza e che si aprano occasioni di conoscenze più profonde.

Quali sono le finalità del Teatro dell’Ortica?

Sono la mutualità e l’interesse per gli altri, ossia come trattare la fragilità dei diversi casi. In questo contesto portiamo avanti progetti di formazione alla solidarietà per il pubblico e, tramite borse lavoro, cerchiamo di coinvolgere sempre più soggetti.
Negli anni abbiamo attivato molti laboratori, come “Stranità”, e portiamo successivamente le nostre rappresentazioni in tournée.
Interveniamo, insieme a tutta la cittadinanza, laddove i servizi non riescono.
Dopo le attività, solitamente c’è chi si ferma a mangiare un boccone insieme, per rafforzare il nostro senso di appartenenza.

Avete incontrato difficoltà lungo la strada?

Non è mai tutto semplice. Dopo aver subito tagli ai finanziamenti da parte della Regione eravamo abbastanza scoraggiati, ma abbiamo ricevuto subito il sostegno della cittadinanza che ha organizzato eventi in piazza e si è attivata per raccogliere fondi tramite cene ed eventi.
Siamo riusciti a tirar su 15.000 euro e, a breve, dovrebbe aprirsi un bando regionale per l’assegnazione di fondi europei per i teatri sociali. Siamo fiduciosi.

Prossime attività in calendario?

La prossima data sarà a Torino, a novembre, alle Officine Caos; con il laboratorio Stranità metteremo in scena “L’altra bellezza”. Nel 2017, a fine marzo, presenteremo il nuovo spettacolo che tratterà tematiche come il tempo della cura, della guarigione, dell’attesa e della malattia. Una ricerca profonda e complessa che porteremo al Teatro della Tosse.
Inoltre, per quanto riguarda il nostro lavoro con il carcere femminile di Pontedecimo, abbiamo alcuni impegni: ad ottobre, a Genova, una rassegna nazionale di teatro carcere “destini incrociati” insieme a Teatro Necessario Onlus, con sede a Marassi, che si dividerà in 3 giornate. Collaboreremo anche con una compagnia di Berlino e, al Teatro dell’Archivolto, porteremo uno spettacolo insieme all’Associazione Donne, per non subire violenza.

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Autore Tommaso Pinazzi

Tommaso Pinazzi, ragioniere, da sempre appassionato di giornalismo, attento alla politica, alla cultura e allo sport.