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‘Teatro Deconfiscato’ IV edizione

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'Teatro Deconfiscato' - Giovanni Meola


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In scena dal 23 al 31 ottobre alla Masseria Ferraioli di Afragola (NA)

Riceviamo e pubblichiamo.

Dal 23 al 31 ottobre, alla Masseria Ferraioli, ex-Masseria Magliulo, ritorna alla sua IV edizione ‘Teatro Deconfiscato (il teatro nei beni confiscati alle mafie)’, rassegna di teatro civile ideata dal drammaturgo e regista Giovanni Meola, che ne firma anche la direzione artistica.

La Masseria Ferraioli, confiscata alla camorra, situata nel territorio comunale di Afragola, in provincia di Napoli, oggi diventa un teatro, accogliendo un pubblico di tutte le età, con spettacoli serali e repliche mattutine per tante scolaresche.

Il bene in passato fu fortino del clan Magliulo capeggiato da Vincenzo Magliulo, noto come “l’ingegnere della camorra”, fu anche ex Assessore nelle file della Democrazia Cristiana, arrestato nel 1989, fu tra i principali responsabili della sanguinosa faida di camorra con la cosca rivale dei Moccia, tra gli anni 60 e 80, che causò numerose vittime. Un’area di circa 150mila metri quadrati, la più grande della Città Metropolitana di Napoli.

Il bene, che dopo la confisca è stato assegnato al Consorzio Terzo Settore formato da associazioni attive sul fronte sociale e d’impegno civile, è intitolato ad Antonio Esposito Ferraioli, giovane sindacalista di Pagani (SA) e vittima innocente di camorra.

Il format, ideato e diretto da Giovanni Meola, è davvero originale e unico per il suo particolare ‘palcoscenico deconfiscato’, perché mette assieme spettacoli provenienti da autori e drammaturghi diversi tra loro e tutti attenti a temi sociali di grande rilevanza e attualità.

La rassegna anche per questa edizione ospita due artisti molto noti e riconosciuti dal grande pubblico.

Arrivato a ben 1100 repliche ‘Kohlhaas’, adattamento da H. von Kleist, drammaturgia di M. Baliani e Remo Rostagno, per la regia di Maria Maglietta e con Marco Baliani, un potente racconto orale diventa la trasposizione di un fatto di cronaca realmente accaduto nella Germania del 1500.

Un sopruso che, non risolto col diritto, genera una violenza incontrollabile, in nome di un ideale di giustizia naturale, fino a che il conflitto originario della vicenda non si risolve tragicamente, illuminando ambiguamente la figura del protagonista come un possibile eroe del suo tempo. In scena venerdì 29 ottobre, alle ore 20:30.

Sabato 30 ottobre, sempre alle ore 20:30, invece sarà la volta de ‘Gli alberi muoiono in piedi’, lettura in musica, di e con Elena Bucci, ispirata a vita e opere di O. Fallaci e A. Panagulis da ‘Nella Lingua e Nella Spada’. La storia del poeta e rivoluzionario greco Alekos Panagulis e della giornalista e scrittrice Oriana Fallaci.

Il primo trova nella poesia la cura per resistere alla violenza di tirannia e carcere, la seconda fa del suo lutto un libro. Irriducibili, isolati e solitari, mai vinti nella vitalità e nell’energia, trasformano il dolore in scrittura, memoria di tutti, tesoro al quale attingere quando manca il coraggio.

Tra gli spettacoli serali, in replica nelle mattinate per le scuole, due spettacoli, anch’essi tratti da fatti di cronaca italiana: ‘Io so e ho le prove’, di e con G. Meola, tratto dal best-seller di V. Imperatore, il libro denuncia sulle attività illecite delle banche e ‘Il Bambino con la bicicletta rossa’ con Antimo Casertano, diretto da G. Meola, ambientato a Viareggio mostra come in un affresco i nove protagonisti di una vicenda allora clamorosa, poi del tutto obliata, il primo rapimento di un minore finito tragicamente, il caso Lavorini.

Fine anni 60, tra politica, devianza, destra eversiva e depistaggi, un solo corpo d’attore per nove voci trasfigurate attraverso un meraviglioso lavoro fisico e sonoro.
Lo spettacolo è anche vincitore del premio Politai Visionari e semifinalista di In- Box.

La rassegna ha il contributo del MiC ed è realizzato con il contributo della Regione Campania L.R. n. 6/2007.

L’ingresso sarà con prenotazione obbligatoria con sottoscrizione volontaria e Green Pass obbligatorio.

Note Direttore artistico

‘Teatro Deconfiscato’ torna dopo la lunga assenza dovuta alla pandemia.
E torna laddove era nato nel 2016, ovvero la Masseria Esposito Ferraioli, ad Afragola (NA), il bene confiscato più grande, per estensione, dell’intera area metropolitana di Napoli.

Questa quarta edizione, però, cresce, arrivando a più di una dozzina di eventi concentrati nell’ultima decina di ottobre, tra mattinate per gli studenti delle scuole del territorio e spettacoli serali.

Il cartellone da me firmato, sempre incentrato su drammaturgie legate in qualche modo al teatro civile, ha cercato di mettere assieme artisti locali e artisti nazionali, quelli che spesso fungono da ispirazione o da modello.

Avere con noi Marco Baliani, che qui festeggerà la replica n.1101 del suo magnifico ‘Kohlhaas’, ed Elena Bucci, col suo melologo sulla vita e le opere di Oriana Fallaci ed Alekos Panagulis, significa riuscire ad avere con noi in carne e ossa dei veri campioni del nostro teatro contemporaneo.

Allo stesso tempo, il resto del cartellone ha cercato di distillare chi, sul nostro territorio campano, o provenienti da altre regioni, da anni porta avanti un progetto teatrale e stilistico legato a temi di impatto civile ma trasfigurati da una sensibilità artistica che permetta a tali temi di essere veicolati nei modi più diversi.

Non a caso, quasi tutti gli spettacoli del cartellone sono dei veri e propri long runner, hanno cioè alle spalle anni e anni di repliche in tutta Italia e in decine di festival e manifestazioni, con anche tanti premi raccolti, testimoniando così la loro ottima fattura oltre che l’universalità di temi e storie proposte.

Ma è sulle forme che si gioca la vera diversità degli spettacoli inseriti nel cartellone.

Dall’incalzante racconto teatrale sul terremoto del 1980 che devastò l’Irpinia, ‘Il Fulmine nella Terra’ di Mirko Di Martino con Orazio Cerino, alla tragicità della mafia raccontata con la poesia surreale e fragile di Aldo Rapè ‘W La Mafia’, dalla barbarie delle violenze psicologiche e fisiche, ‘Abbascio ‘A Grotta’, messe in scena sul filo della trasformazione attoriale da Antonio Diana, all’altrettanto inesausto sforzo di trasformazione fisico e vocale di Antimo Casertano, ‘Il Bambino con la Bicicletta Rossa’, liberamente ispirato al caso Lavorini, e ancora, dai toni grotteschi e piacioni, poi spiazzanti e crudi, di ‘Io So e Ho Le Prove’, sulle nefandezze del mondo bancario, liberamente tratto dall’omonimo saggio-memoriale di V. Imperatore, con Giovanni Meola e Daniela Esposito, al virtuosismo di Laura Pozone, ‘Dita di Dama’, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di C. Ingrao sull’emancipazione femminile in fabbrica all’inizio degli anni 70, capace di interpretare ben 14 personaggi, facendo ridere e piangere contemporaneamente, per finire a Raffaella Giancipoli che ne ‘L’Estranea di Casa’, dà voce a chi voce non ne ha, ovvero una badante rumena, anche lei giocando con un notevole trasformismo attoriale.

Per chiudere, le letture toccanti e veraci di Peppe De Vincentis.

Essere riusciti ad ottenere il contributo del MiC, oltre che della regione Campania, fa di questo piccolo festival, qualcosa di molto prezioso per noi e, ci auguriamo vivamente, per il territorio intero e per il pubblico.

Non posso non chiudere ringraziando la Masseria Ferraioli, il Teatro Rostocco di Acerra, la mia compagnia, Virus Teatrali, e tutti i collaboratori, perché senza anche una sola di queste componenti la mia idea e la mia direzione artistica non avrebbero potuto minimamente concretizzarsi.
Giovanni Meola

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