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Tangentopoli al tempo dei Savoia

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Galleria Vittorio Emanuele II a Milano


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Il malaffare e la corruzione, da sempre, sono partner della politica italiana e Milano ne è ‘La Mecca’

Chi pensava che corruzione e tangenti a Milano fossero un fenomeno recente dovrà ricredersi.

Nel capoluogo lombardo, o nella capitale economica, come amano definirla i meneghini, il malaffare, ufficialmente, inizia a diffondersi già al momento dell’Unità d’Italia, e riguarda la costruzione della Galleria Vittorio Emanuele II, luogo di ritrovo per eccellenza della città dei fiumi.

I lavori per la costruzione della passeggiata commerciale coperta tra piazza del Duomo e piazza della Scala vengono deliberati il 1° maggio del 1860, anno dell’elezione di Antonio Beretta, primo Sindaco della città sotto il Regno di Sardegna, poi Regno d’Italia dal 1861.

Il progetto viene presentato dall’architetto Mengoni a settembre e, contestualmente, viene firmato il contratto tra il Comune di Milano e la società inglese ‘The City of Milan Improvements Company Ltd’, che ha vinto la gara per la demolizione dei quartieri medievali nell’area designata e per l’edificazione della galleria e dei portici.

Il cantiere si apre nella primavera del 1864 e il 7 marzo 1865 Vittorio Emanuele II pone la prima pietra.

Curioso, vero, come compaia sempre l’Inghilterra quando ci sta da guadagnare?

Nel marzo 1867 esplode lo scandalo: si scopre che gli edifici della Galleria sono alti un piano in più rispetto a quanto previsto dal progetto, per un accordo segreto fra il Sindaco Beretta e la società costruttrice inglese, che ha pagato una lauta tangente in modo da accrescere la volumetria degli immobili da vendere.

Si scopre anche che un parente del primo cittadino ha precedentemente acquistato e rivenduto al Comune, a prezzi gonfiati, alcuni stabili da demolire. Anche un Assessore comunale ha rivenduto con profitto personale alcune sue proprietà nell’area.

Il 18 luglio 1867 il Beretta si dimette da Sindaco. I costi dell’opera crescono e la ‘City of Milan Ltd’ finisce molto presto in gravissime difficoltà finanziarie e, infine, al fallimento.

Nel 1869 il Re obbliga il Comune al completamento dell’opera a proprie spese in cambio della proprietà dell’opera.

Il 15 ottobre 1871 Antonio Beretta viene nominato Conte per volontà di Vittorio Emanuele II, che, dal Sindaco corrotto, ha ottenuto l’intitolazione della Galleria.

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Autore Mimmo Bafurno

Mimmo Bafurno, esperto di comunicazione e scrittore, ha collaborato con le maggiori case editrici. Ha pubblicato il volume "Datemi la Parola, Sono un Terrone". Attualmente collabora con terronitv.