“Difendi la tua terra, cambia la tua università! Lotta per il tuo futuro!”: questo lo slogan che portano in corteo migliaia di studenti provenienti da varie scuole partenopee e dalla provincia napoletana. Davvero tanti sono gli studenti che sfilano lungo corso Umberto, per manifestare la loro rabbia contro gli sversamenti di sostanze tossiche che hanno devastato il territorio campano e contro l’omertà e la politica collusa che hanno consentito il terribile “ecocidio”.
“No alla Terra dei Fuochi” è il grido dei giovani che vivono in un’area in cui in circa 20 anni sono state seppellite – stando alle stime di Legambiente – almeno 10 mln di tonnellate di veleno provenienti da ogni parte d’Italia. Gli inquirenti, intanto, come se finora nessuno avesse saputo e notato nulla, stanno tentando di ricostruire il traffico di rifiuti gestito dalla criminalità organizzata.
Lungo il corteo partito da piazza del Gesù gli studenti ballano, cantano, intonano cori di condanna contro chi avrebbe dovuto salvaguardare una terra unica e meravigliosa, fertile e ricca di risorse turistiche. Hanno tante buone ragioni per gridare e alla fine gli animi si surriscaldano troppo e lasciano spazio a incresciosi scontri con la polizia. In effetti sin dall’inizio del corteo l’esplosione di petardi aveva lasciato presagire che non tutti i manifestanti avessero intenzioni pacifiche. Così, giunti nei pressi dell’assessorato della Regione Campania in via De Gasperi si è assistito al lancio di sassi e di petardi, per cui le forze dell’ordine si sono viste costrette a caricare gli studenti. Negli scontri sono rimasti contusi due poliziotti e alcuni manifestanti; tre studenti sono stati fermati. Qualche ora dopo i parlamentari napoletani di Sel Peppe De Cristofaro e Arturo Scotto hanno espresso vicinanza e solidarietà ai ragazzi rimasti contusi, giudicando inaccettabile che giovani che manifestano per il diritto allo studio vengano caricati dalle forze dell’ordine.
Tanti buoni motivi – è vero- avevano gli studenti per adirarsi, innanzitutto perché le politiche all’insegna dell’austerity hanno programmato troppi tagli alla scuola e all’università, e il precariato giovanile ha raggiunto ormai livelli record. Nuovi posti di lavoro – gridano infatti gli studenti – sono stati promessi, ma in realtà finora sono stati effettuati solo tagli.
C’è da dire, però, che non tutti gli studenti paiono avere ben chiari i motivi della protesta, come infatti dimostrano i lanci di bottiglie e di petardi e alcuni cori e atteggiamenti da stadio: per alcuni le manifestazioni non sono certo un’occasione per protestare pacificamente contro politiche insensate, ma finiscono spesso per trasformarsi in un campo sul quale esprimere violenti istinti sopiti.
Anche per oggi 16 novembre sono in programma cortei in varie città italiane. A Napoli gli studenti sciopereranno ancora contro il biocidio. Speriamo solo che provino a combatterlo con l’istruzione e non con la violenza e il vandalismo.
Carmelo Cutolo
Autore Carmelo Cutolo
Carmelo Cutolo, giornalista pubblicista, dottore di ricerca in Filologia classica, docente di lettere nelle scuole di secondo grado, appassionato di poesia, di ciclismo e di calcio.