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Strepitoso esordio di ‘Exploding Plastic Warhol’

Exploding Plastic Warhol, Dario Tucci, Titti Nuzzolese, Orazio Cerino, Antonella Liguoro, Angela Bertamino


Il TRAM si trasforma in un locale underground della New York degli anni della Pop Art

Ieri sera 5 ottobre, ore 21:00, al TRAM, Via Port’Alba, 30, Napoli, lo spettacolo ‘Exploding Plastic Warhol’ ha inaugurato la stagione 2017-2018. Drammaturgia e regia Mirko Di Martino, con Orazio Cerino, Titti Nuzzolese, Angela Bertamino, Antonella Liguoro, Dario Tucci, scenografia di Gilda Cerullo con gli allievi del corso di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, costumi di Annalisa Ciaramella, assistente alla regia Simona Tonto e produzione Teatro dell’Osso, in collaborazione con Vissi d’Arte Festival.

Un Warhol messo a nudo e sotto giudizio quello di Mirko Di Martino, alle prese con la narrazione di storie, aneddoti e di tutti quei fatti che se da un lato sanciscono la grandezza dell’artista, dall’altro esaltano l’egoismo, la capacità manipolatoria e la pochezza dell’uomo.

Al centro della scena una passerella bianca sulla quale sfilano solo alcuni dei personaggi che animarono, insieme a Warhol, quel luogo spregiudicato che fu La Factory, un ampio locale al quarto piano di una ex fabbrica di cappelli di New York, in cui l’artista sperimentava e ideava progetti artistici circondato da una corte di aspiranti star della moda, della musica, della danza e del cinema.

Un open space sul vuoto dell’esistenza, in cui si consumarono le vite tossiche e fragili di Edie Sedgwick, modella e attrice statunitense, Freddie Herco, danzatore, Valerie Solanas, femminista radicale che sparò a Wharol e Mario Amaya il 3 giugno 1968 senza ucciderli.

Questi i personaggi tra i molti della Factory raccontati in maniera magistrale da Di Martino e interpretati divinamente da Angela Bertamino, Antonella Liguoro e Dario Tucci.

Ne viene fuori un ritratto di Warhol molto diverso da quello patinato delle sue opere, delle riviste, in cui strumentalizza cose e persone per la realizzazione dei suoi obiettivi e progetti artistici. Un deus ex machina senza scrupoli, invaso dall’immagine e dall’idea che ha solo di se stesso.

Un artista omosessuale non può fare altro che essere una star, opera d’arte lui stesso.

E così sarà per tutta la vita.

Divenne Lui stesso il suo concetto artistico. Un prodotto svuotato di senso, emotivamente spento.

Vorrei fossimo tutti macchine, prodotti da consumo, che non provassimo niente.

La sua arte, che portava gli scaffali di un supermercato all’interno di un museo o di una mostra d’arte, era provocatoria: l’arte doveva essere “consumata” come un qualsiasi altro prodotto commerciale.

Ha spesso ribadito che i prodotti di massa rappresentano la democrazia sociale che anche il più povero avesse diritto ai beni materiali posseduti dalle icone come Marilyn.

Ma la verità è che Warhol tenne alla sua unicità e a preservarla più di ogni altra cosa, democratico solo per acuire la sua superiorità rispetto alle piccole, sciocche velleità artistiche dei frequentatori della Factory.

Incredibilmente efficace e stupefacente l’interpretazione di Orazio Cerino nei panni di Andy Warhol. Forte, carismatica Titti Nuzzolese nei panni di Marilyn Monroe che costringe il protagonista all’analisi introspettiva, al viaggio dentro se stesso.
Perfetti Angela Bertamino, Antonella Liguoro e Dario Tucci nei panni dei personaggi della Factory Edie Sedgwick, Valerie Solanas, Freddie Herco.

Studiata a puntino la scenografia a mo’ di passerella sulla quale sfilano i personaggi e con loro la narrazione, accompagnati da un sincronico e colorato gioco di luci bianche, verdi e blu.

Suggestive le decine di teste di manichino appese al soffitto sfoggianti occhiali rigorosamente Pop Art e infine le musiche: una solenne Maria Callas che canta Me ne andrò lontana dalla Wally di Puccini, sul finire All Tomorrow’s parties dei Velvet Underground, e I’ll be your mirror, versione cantata da Rainy Day a salutare.

Bellissimi tutti i costumi, curati fin nel dettaglio. Meravigliosamente cupo ed etereo l’abbigliamento di Edie; non si riesce a staccare gli occhi dagli stivaletti in pelle di Warhol e dai bottoni gialli dei pantaloni.

Che dire, un meraviglioso viaggio nella Factory e nella vita estrosa e controversa di Andy Warhol.

Lo spettacolo ‘Exploding Plastic Warhol’ sarà in scena fino al 15 ottobre, dal giovedì al sabato ore 21:00, la domenica ore 18:00, sempre al Teatro TRAM di Napoli.

Per info e prenotazioni

Foto di Valentina Cosentino

Autore Marilena Scuotto

Marilena Scuotto nasce a Torre del Greco in provincia di Napoli il 30 luglio del 1985. Giornalista pubblicista, archeologa e scrittrice, vive dal 2004 al 2014 sui cantieri archeologici di diversi paesi: Yemen, Oman, Isole Cicladi e Italia. Nel 2009, durante gli studi universitari pisani, entra a far parte della redazione della rivista letteraria Aeolo, scrivendo contemporaneamente per giornali, uffici stampa e testate on-line. L’attivismo politico ha rappresentato per l’autore una imprescindibile costante, che lo porterà alla frattura con il mondo accademico a sei mesi dal conseguimento del titolo di dottore di ricerca. Da novembre 2015 a marzo 2016 ha lavorato presso l’agenzia di stampa Omninapoli e attualmente scrive e collabora per il quotidiano nazionale online ExPartibus.

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